Letta tenta la mossa del pappagallo: sul suo video in tre lingue ironizzano anche gli elettori Pd

13 Ago 2022 17:18 - di Giovanni Pasero
Letta, video, tre lingue

Dagli occhi della tigre alla mossa del pappagallo: Enrico Letta con il suo video lascia perplessi anche gli elettori dem (basta andare sui social per leggere commenti perplessi dei militanti). Pare una tattica singolare, infatti, quella di copiare sfacciatamente Giorgia Meloni. 

Una mossa che ha annunciato alla direzione del Pd questa mattina. «Anche io ho fatto un video in tre lingue – ha detto Letta – che dice l’Europa che noi vogliamo, che per noi non è il cambio di marcia, non è rinnegare il nostro passato ma la continuità con la nostra storia e i nostri valori».

Nel video che sta circolando sui social dalla tarda mattinata di sabato, Letta si rivolge alla stampa estera per lanciare l’allarme contro la leader di Fratelli d’Italia. Una cosa mai vista nella storia delle campagne elettorali italiane. Non per proporre, quindi, ma solo per denigrare l’avversario. “Quel video della Meloni è il tentativo di nascondere tante verità”, per questo “ho deciso di fare anche io un video in tre lingue” sull'”Ue che noi vogliamo” che “non è rinnegare il nostro passato”, ha attaccato il segretario dem.

Nel video Letta passa dagli occhi della tigre alla mossa del pappagallo

Letta ha esordito in un ottimo francese (da anni insegna in Francia e risiede nel quartiere più chic di Parigi). Ha proseguito in un buon inglese e concluso in uno spagnolo scolastico. Ma, al di là delle capacità di pronuncia, il contenuto del video è stato avvilente. Letta ha messo in guardia la stampa internazionale “sulle pericolose alleanze europee di Giorgia Meloni, i voti contro il Next Generation EU del gruppo della leader di Fratelli d’Italia al Pe e i fallimenti della destra italiana”. Tutto un gioco a infangare l’avversario.

Come l’hanno presa i suoi elettori? Sulla pagina Facebook ufficiale del segretario dem, una parte significativa ha criticato la scelta. Alcuni con ironia pungente: «Segretario, perché non una versione in Swahili? Ci sentiamo discriminati». Gianfranco F ha ironizzato: «Pensa se le Tigri avessero i tuoi occhi Enrì». Più Roberto Ghelfi: «E Pierferdinando casini a bologna è un vostro ideale?». Alessandro Brunelli chiosa: «Che provincialismo! Troppa Radio Londra». Molti temono che così la vittoria della destra sia ancora più scontata.

Ma il problema della mossa del pappagallo è principalmente un altro, come ha tristemente commentato Guido Crosetto: «C’è chi fa discorsi in tre lingue per raccontare ciò che vorrebbe fare e lanciare un messaggio positivo all’estero e chi lo fa per dire che se vincerà l’avversario l’ltalia uscirà da UE, Nato, ONU, mondo, sistema solare. Il secondo – conclude nel suo tweet l’esponente di FdI – non danneggia l’avversario ma l’Italia».

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