La Cirinnà precisa: non ho mai detto che i 24mila euro erano miei, volevo darli in beneficenza

6 Ago 2022 9:29 - di Redazione

La senatrice del Pd Monica Cirinnà scrive al Messaggero per rettificare l’articolo di ieri del quotidiano sui 24mila euro ritrovati nella cuccia del cane di famiglia. Il giornale scriveva infatti, e la notizia si è diffusa sui social e su numerosi canali di informazione, che la Cirinnà aveva reclamato la proprietà di quei 24mila euro per darli in beneficenza.

Questa la lettera di rettifica della senatrice. “Caro Direttore, da quasi un anno spiego a chiunque che la cuccia di Orso, in disuso da anni, era ai margini della nostra proprietà, in un luogo aperto al pubblico transito, non visibile dalla nostra abitazione e a ridosso della strada provinciale. Non ho mai detto che il tesoro fosse mio e, in tal senso, ritengo scorretto che si usi un titolo falso e fuorviante. Ho semplicemente comunicato attraverso il mio avvocato al giudice, come prevede la legge, cosa avrei fatto in caso i denari mi fossero consegnati. Non dovuti, perché, appunto, non sono miei. Chi fa informazione sa quanto sia importante la scelta delle parole”.

“Ho detto chiaramente il perché ho chiesto che mi fossero consegnati: quei soldi sarebbero andati in beneficenza all’Associazione Olympia de Gouges che si occupa di violenza sulle donne nel territorio della bassa Maremma – si legge nella lettera – Omettere questo particolare equivale a fare intendere che voglia tenerli per me; cosa che non è vera. Sono sinceramente amareggiata per la frase virgolettata che mi viene attribuita, che lede la mia immagine e che io non ho mai pronunciato: ‘Erano in casa mia, quindi spettano a me’. Non è vera, la smentisco categoricamente e conoscendo la sua serietà nel fare informazione le chiedo che venga rettificata”.

“Le confesso anche che sono molto dispiaciuta che l’articolo riporti vicende private della mia famiglia che niente hanno a che vedere con questa storia. Citare mio fratello e mio nipote e le loro vicende giudiziarie, quasi come se le cose fossero collegate, è scorretto. La mia famiglia non è mai stata coinvolta nelle indagini che hanno riguardato quei soldi. Indagine, ribadisco, archiviata. E non è vero che io volessi denunciare nostro figlio Fabio, che è per me appunto un figlio, per avere i soldi rinvenuti nella nostra proprietà. Purtroppo, questo articolo sta generando un’ondata di reazioni violente nei confronti della mia persona e della mia famiglia che infangano il mio lavoro e il mio impegno politico”, conclude la senatrice.

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