Buttafuoco: basta lagne sulla Meloni, la gente è stufa di antifascismo. La campagna di Letta ha il marchio Netflix

15 Ago 2022 16:43 - di Redazione
Buttafuoco

Pietrangelo Buttafuoco commenta con il solito humour siciliano le ultime giravolte di questa estiva campagna elettorale. Cominciando dalla coppia Renzi-Calenda, che così definisce in una intervista a La Verità:  «Mi ricordano Carlo Campanini e Walter Chiari, la mitica coppia del “vieni avanti cretino”, nella gag in cui il secondo ruba costantemente la scena al primo».

Quanto a Berlusconi, secondo Buttafuoco si sta divertendo moltissimo.  «Sono assolutamente convinto – dice – che viva questo appuntamento come un divertimento. La sua qualità prima è di vendere. Da lui bisogna aspettarsi di tutto. Non è credibile quando fa quelle interviste che gli scrivono, quei discorsi che gli preparano Quando esce al naturale è straordinario. Il migliore di tutti».

Il pedigree della Meloni – aggiunge – «è collocato nel solco della tradizione conservatrice, che in Italia ha riferimenti solidi, come Giuseppe Prezzolini: l’espressione prima del pragmatismo, un intellettuale capace di interpretare le chiavi della modernità in una prospettiva che era quella dell’Occidente e del confronto con gli Stati Uniti. La parola Occidente era utilizzata solo dai militanti di destra, in Italia. Un po’ come il tricolore: lo sventolavano loro, mentre gli altri italiani se ne accorgevano solo quando giocava la Nazionale».

«La lagna sull’ortodossia europeista e atlantista della Meloni – continua – è stravagante e pretestuosa. La sua destra è già legata a quella tradizione. In quel mondo è sempre stato preponderante il doppiopetto». E ai commentatori di Repubblica riserva un consiglio:  «Stiano attenti, perché sono partiti troppo in anticipo a spararsi le cartucce dell’antifascismo. La masculiata l’hanno fatta troppo presto. Sono caduti nella trappola del marziano a Roma. A un certo punto il lettore si stuferà e penserà: “Ma ancora con ‘sta storia?”».

Enrico Letta, infine, secondo lo scrittore “ha il problema di far corrispondere il suo messaggio a una serie infinita di agende eterogenee: l’agenda Draghi, l’agenda Lgbt, l’agenda Greta. Il programma se lo deve far vidimare da un consulente di Netflix, altrimenti non funziona In questa vicenda si scorge l’eterno duello tra la realtà e la sceneggiatura”.

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