Ucraina, la corsa dei produttori Usa di armi: 800 si candidano al Pentagono per fornire armi a Kiev

1 Lug 2022 12:36 - di Paolo Lami

La lobby statunitense delle armi bussa alla porta del Pentagono presentando 1.300 proposte di 800 aziende per la produzione di armi innovative per l’Ucraina.

Le brochure sono sui tavoli del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che sta valutando le offerte di ingegnerizzazione di sistemi d’arma innovativi e, nelle prossime settimane, il Pentagono deciderà sulla possibile produzione di armi per l’Ucraina, oltre che per l’esercito americano.

Una bella boccata d’ossigeno per i produttori di armi statunitensi ai quali si apre un mercato e un business sconfinato giacché la guerra in Ucraina, come dicono le agenzie d’intelligence, durerà a lungo.

Le proposte che il Pentagono prenderà in considerazione dovrebbero includere armi per la difesa aerea, anticarro, antiuomo, per la difesa costiera, sistemi aerei senza pilota, controbatteria e comunicazioni sicure che sono state identificate come fondamentali per le esigenze militari dell’Ucraina.

Il ministero della Difesa statunitense assieme al Pentagono vaglierà soltanto i progetti in grado di essere realizzati in 30 giorni o, per i più complessi, in 180 giorni al massimo.

In questi ultimi mesi le numerose stragi che si sono consumate in diversi licei e scuole elementari statunitensi hanno messo un po’ alle corde la lobby Usa delle armi. E l’opinione pubblica, inorridita dalle immagini terribili che le televisioni restituiscono con dovizia di particolari agghiaccianti è costretta a confrontarsi con la realtà di una crescita esponenziale e ingiustificata di fucili, pistole, mitragliatrici nelle mani di giovani, giovanissimi e anche persone che, per questioni psichiche, non dovrebbero detenere armi.

E dunque, soprattutto nelle ultime settimane, ci si interroga se non sia il caso di rivedere la politica eccessivamente permissivista sulla libera circolazione delle armi negli Usa.

Una possibilità che viene vista come il fumo negli occhi dall’Nra, la National rifle association, l’associazione più potente che raccoglie i produttori di armi e capace di influire sui destini dei provvedimenti legislativi grazie, anche al suo invasivo braccio lobbistico, l’Institute for legislative action con cui fa pressioni pesantissime sulla politica sventolando il Secondo Emendamento, quello che permette agli americani di armarsi liberamente e senza dover fornire troppe spiegazioni.

Cosi le possibilità che si aprono grazie alla guerra in Ucraina ridanno un po’ di fiato e di speranza – come dimenticare la celebre, iconica, pellicola di Alberto Sordi “Finche c’è guerra c’è speranza” – alla lobby Usa delle armi.

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