Poltrone & nomine: la grillina Grillo getta la maschera e chiede a Draghi più ministri per “contare di più”

11 Lug 2022 9:57 - di Leo Malaspina

Il Movimento 5 stelle dovrebbe votare la fiducia al dl aiuti al Senato ma chiedere un rimpasto di governo. Lo sostiene l’ex ministra della salute Giulia Grillo in una intervista a La Repubblica. Secondo la deputata grillina, chiedere a Draghi un rimpasto “sarebbe la mossa politica più azzeccata. Giuseppe Conte ha fatto molto bene a non mettere in discussione Di Maio al ministero degli esteri, c’è la guerra. Ma è innegabile che il Movimento sia azzoppato”.

La Grillo chiede a Draghi più potere nel governo

Quanto al dl aiuti, è probabile che la fiducia venga chiesta anche al Senato, dopo quanto avvenuto alla Camera. E, in ambiente M5s, circola l’ipotesi di uscire dall’aula per evitare di votare il provvedimento. Giulia Grillo è contraria: “Non c’è ancora l’ordine di scuderia. E’ possibile ma a me non piacciono queste posizioni ballerine. O si sta al governo, e quindi si vota la fiducia, o non si vota”. Per l’ex ministra “non basta il tema per termovalorizzatore per non votare il decreto”.

Giulia Grillo non crede in una strappo di Giuseppe Conte. “Direi” che le chance che il M5s strappi davvero sono “meno del 50%, se conosco bene Giuseppe. Diciamo il 40%. E’ vero che le pressioni di tanti parlamentari sono pesanti, ma lui non è un tipo avventato. Peraltro sarebbe poco serio uscire ora, dopo che per due anni abbiamo criticato il Papeete di Salvini. Ed era il 2019, non la fase storica gravissima che viviamo oggi”.

La squadra grillina da rimpolpare nell’esecutivo

Sullo sfondo si capisce che il M5S chiede che la pattuglia di governo del Movimento venga rimpolpata.
“Non so se l’abbia già fatto a Palazzo Chigi o se lo farà. Ma sarebbe la mossa politica più azzeccata. Giuseppe ha fatto bene a non mettere in discussione Di Maio al ministero degli Esteri, c’è la guerra. Ma è innegabile che il Movimento sia azzoppato. Abbiamo perso il vice-ministro all’Economia, un sottosegretario importante alla Salute, un altro alla Farnesina. Anche sulle nomine nelle partecipate dovremmo farci sentire di più. Se vogliamo contare, non bastano i temi, perché stiamo parlando del potere esecutivo. Solo così possiamo essere certi di poter realizzare le nostre proposte”.

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