Palamara: il capitolo della Loggia Ungheria non è affatto chiuso, ci saranno altri colpi di scena

9 Lug 2022 14:31 - di Paolo Lami
Palamara

Luca Palamara ritiene che vi siano ancora molte cose da chiarire sul caso Amara e sulla cosiddetta Loggia Ungheria rispetto alla quale la procura di Perugia ha chiesto l’archiviazione del procedimento. E questo soprattutto in relazione ad alcune incongruenze che l’ex membro del Consiglio superiore della magistratura ed ex-capo dell’Anm ha rintracciato nei verbali ed ad alcune dichiarazioni.

“Per poter commentare compiutamente le determinazioni della Procura di Perugia – dice Palamara all’Adnkronos – bisognerebbe leggere gli atti. Contrariamente a quanto emerge dalla lettura di alcuni quotidiani di parte, i cittadini hanno il diritto di essere correttamente informati e al momento posso solo apprezzare il carattere tecnico del comunicato stampa rilevando come Amara sia stato definito inattendibile. Mi auguro che si prosegua nell’accertamento dei motivi che hanno spinto Amara a rendere tali dichiarazioni”.

L’ex-pm romano fatto fuori dal Csm che lo ha cacciato dalla magistratura addossandogli tutte le responsabilità del marcio del sistema giustizia è tutt’altro che rassegnato a gettare la spugna.

E invita, “per un dovere di verità” ad approfondire “per capire perché, ad esempio, in una mail del 24 aprile 2020 indirizzata dal procuratore aggiunto Laura Pedio a Storari si parla di un atteggiamento collaborativo rilevante nei contenuti da parte di Piero Amara? Il Csm o l’Anm sono interessati a capire cosa accadde o forse è materia di una commissione di inchiesta?”

“L’esistenza di una associazione non ha, solo per questo, rilevanza penale – spiega Palamara -, quello che pare essere stato escluso dalle indagini è la sussistenza del reato previsto dalla legge Anselmi (sulle associazioni segrete, ndr) mentre appare chiaro che non tutta l’inchiesta sia stata destinata all’archiviazione”.

Ma i dubbi che solleva Palamara non finiscono qui. “Sarebbe poi interessante comprendere se il filone fiorentino dell’inchiesta sia giunto al termine, anche se dal comunicato si evince un coordinamento, anche prossimo, con la Procura di Milano che però sicuramente era coinvolta nella vicenda in questione. E’ bene ricordare che a Firenze è stata inoltrata la posizione dell’ex-procuratore di Perugia Luigi De Ficchy”.

“Certamente le fughe di notizie hanno danneggiato l’indagine  – osserva Palamara -, ma ciò anche nel senso che quelle persone che, direttamente od indirettamente, sono state chiamate in causa rimarranno comunque con lo stigma senza che le loro posizioni, per scelta della Procura di Perugia, siano sottoposte al vaglio del Gip. Per il resto, come ho scritto nel libro ‘Lobby e logge, ciò che chiaramente non è mai esistito è che questa Loggia abbia inciso sul meccanismo degli incarichi direttivi e tanto meno sulla nomina del Procuratore di Milano nel 2016. In quel caso la nomina di Francesco Greco fu il frutto di un accordo tra le correnti e la politica“.

Di una cosa Palamara appare certo: “Il capitolo Ungheria non è affatto finito. Si stanno aprendo molti procedimenti per calunnia e sicuramente ci saranno altri colpi di scena“.

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