Omicidio Mollicone, la Procura pronta al ricorso. Insulti ai Mottola: “Bastardi, assassini”

15 Lug 2022 21:15 - di Paolo Lami
Iene

Insulti ai Mottola dai parenti di Serena Mollicone, lacrime e abbracci fra chi sosteneva  gli imputati accusato dalla Procura di Cassino di omicidio e “assolti per non aver commesso il fatto” e, nel caso dei carabinieri Quatrale e Suprano, “assolti perché il fatto non sussiste

Scoppia il finimondo dentro e fuori dall’aula alla lettura della sentenza che assolve i tre membri della famiglia Mottola e i due carabinieri per l’omicidio Mollicone, la diciottenne ammazzata 21 anni fa.

È uscita la verità”, ha commentato, a caldo,  Marco Mottola immediatamente dopo la lettura della sentenza, accolta con lacrime e abbracci dagli imputati e dalle loro famiglie.

La verità è ben altra, non ci fermeremo di fronte a questa meschinità”, ha detto dal canto suo Antonio Mollicone, zio di Serena.

Bastardi“, “assassini“, gli insulti rivolti, dai tanti cittadini di Arce che stavano attendendo la decisione della Corte d’Assise, al  maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, al figlio Marco, e alla moglie Annamaria mentre lasciavano palazzo di giustizia. Per sedare gli animi sono dovuti intervenire i carabinieri.

Ci sono volute ben 8 ore di camera di consiglio ai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Cassino per emettere la sentenza attesa da 21 anni.

“’Questa Procura prende atto della decisione che la Corte di Assise nella sua libertà di determinazione ha scelto. E’ stato offerto tutto il materiale probatorio che, in questi anni, tra tante difficoltà è stato raccolto. La Procura di Cassino non poteva fare di più – assicura con una nota il procuratore della Repubblica di Cassino Luciano d’Emmanuele dopo la sentenza. – Gli elementi a sostegno dell’accusa hanno superato l’esame della udienza preliminare. Il contraddittorio tra le parti nel corso delle numerose udienze celebratesi davanti la Corte evidentemente ha convinto i giudici circa la non colpevolezza degli imputati. Sarà interessante leggere le motivazioni sulle quali si farà un analitico e scrupoloso esame per proporre le ragioni dell’accusa innanzi al giudice superiore”. Insomma la Procura è pronta a ricorrere contro la sentenza di assoluzione.

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