La sinistra che grida al pericolo nero è un film già visto: gli italiani hanno scoperto il trucchetto

27 Lug 2022 14:55 - di Hoara Borselli
la sinistra

Da molti anni la sinistra è la NON-Destra. In assenza di idee e programmi si diletta in quello di cui è abile maestra, ovvero denigrare, insultare e cercare di infangare con tutti i mezzi a disposizione l’avversario politico, la destra. Sgombrando il campo dall’ipocrisia, oggi la più temibile avversaria alle urne è la leader di FdI Giorgia Meloni.
È lei che detiene la maggioranza dei consensi, lei che indiscutibilmente sarà il traino per una paventata vittoria del centrodestra, lei che con determinazione, coerenza e capacità è arrivata ad essere il primo partito italiano.
Questo la sinistra non riesce ad accettarlo e da quando è caduto il governo Draghi si è scatenata in una lotta al massacro per cercare di gettare ombra su colei che ha tolto a tutti la luce.
Fortunatamente tra le fila progressiste ci sono voci che non si allineano alla becera narrazione di una sinistra che sta mostrando la sua totale inconsistenza politica.
Più si affanna a voler mettere in guardia gli elettori dal pericolo “fascismo” con una destra vincente trainata dalla Meloni, più dimostra il vuoto di idee e programmi su cui sarebbe lecito incentrasse la campagna elettorale.
Ma la verità è che oggi la sinistra essendo dominata da un caos sovrano, ricerca nel “sovranismo” il nemico da dover abbattere.
Pochi giorni fa Michele Serra, giornalista di Repubblica, quotidiano che fin da subito ha sposato la campagna di dileggio contro Giorgia Meloni non risparmiandole titoli e foto di una tale violenza e volgarità degna di testate giornalistiche di quart’ordine, ha scritto: “ non conviene alla sinistra insistere con l’antimelonismo come perno della campagna elettorale. Lascia sospettare che si parli del nemico pur di non dire cosa si vuole combinare fra amici”.
Finalmente una firma progressista che con lucida obiettività ha detto ai suoi di finirla con gli insulti e mettere in campo idee, sempre che ne possano trovare ovviamente.
La più autorevole firma italiana, il due volte direttore del Corriere della sera, figlio del direttore dell’Unità, direttore della Stampa, presidente di RCS libri, stimatissimo da Eugenio Scalfari che lo assunse all’Espresso, Paolo Mieli, ha fatto sentire tuonante la sua voce durante il programma Agorà Estate questa mattina.
Ecco le sue parole:
“Ogni secondo a parlare del fascismo, a insinuare che con Giorgia Meloni si ripresenta il fascismo perché in qualche sezione c’è il barone nero..Una storia già scritta l’abbiamo vista per le campagne a Roma… adesso spunterà un’inchiesta giudiziaria dove si troverà che nella sezione tal dei tali c’è uno che ha il busto di Mussolini,che ha fatto il saluto romano.
Queste cose fanno colore quindi rimbalzeranno sulla stampa internazionale. Ma voi pensate davvero che ci sia qualcuno in Italia che se vince Meloni, Berlusconi e Salvini pensi che torna il fascismo o qualcosa che gli assomiglia?È del tutto implausibile.
Il centrosinistra può illudersi se qualche giudice tira fuori qualcuno che ha fatto il saluto romano per 2 o 3 giorni, ballare sui giornali e all’estero per questa faccenda, per loro tutto può far gioco. Secondo me non è vero. Separare le due questioni e fare una campagna moderna è di assoluta efficacia. Ci saranno a breve la marcia su Roma e insinuare che ci siano eventi subliminali legati al Fascismo tra cui anche il mio giornale, è penoso, mortificante per gli intellettuali che si prestano è dannoso.
Non bisogna aprire dibattito su Fascismo e Meloni perché sono convintissimo anch’io che la Meloni non istaurerà nessun regime fascista dovesse vincere le elezioni.
È assurdo anche parlarne“
Facciamo tesoro delle parole di questa grande firma e lasciamo ai pennivendoli la libertà di continuare a fare disinformazione e dileggio.
Gli italiani ormai hanno scoperto il giochetto.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *