Per il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, con la diossina prodotta dall’incendio «si è sprigionata una vera bomba ecologica». La situazione nell’area limitrofa, ha aggiunto, «è molto difficile e se continuerà per lungo tempo il contatto con le sostanze tossiche c’è un serio rischio per la salute dei cittadini», perché «parliamo di sostanze nocive e cancerogene che possono provocare tumori». Dunque, per Magi gli abitanti della zona «devono tenere le finestre chiuse e usare mascherine del tipo ffp3». «Confido che in un paio di giorni la situazione dei valori di diossina possa tornare alla normalità, anche complice il vento. L’Arpa continui a monitorare: dovrebbe verificare i valori delle sostanze anche in altre zone di Roma per vedere gli effetti della diffusione del vento nel resto della città. È inquietante – ha concluso Magi – vedere tutti questi roghi in così poco tempo».
Non solo nell’aria: attenzione anche a cibo e terreno
È stato poi Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Fimmg di Roma, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, a mettere in allerta i cittadini anche rispetto ad altri fattori, oltre l’aria: «Il rischio è che il corpo possa essere contaminato dalle diossine assumendole nel cibo o entrandoci a contatto attraverso il terreno». Dunque, «è sconsigliato raccogliere e consumare prodotti della terra coltivati in quell’area, come frutta e verdura, e tenere a lungo l’aria condizionata accesa in casa perché i condizionatori, captando l’aria da fuori, rischiano di catturare e immettere queste sostanze velenose». «Bisogna sperare che torni a piovere perché la pioggia lava via i veleni che, altrimenti, rischiano di rimanere a terra. Non bisogna assolutamente toccare il terreno, anche i bambini che giocano al parco – ha concluso il medico – devono fare attenzione».