Il M5S alle suppliche finali: «Aspettiamo ancora risposte, Draghi dia dignità alle nostre richieste»
Fra le più attese del dibattito per ovvi motivi, le repliche del M5S dopo le comunicazioni di Draghi sulla crisi si sono rivelate anche fra le più inconsistenti. Affidate al senatore, Ettore Licheri, che ricopriva il ruolo di capogruppo al tempo della prima fiducia all’attuale governo, si sono risolte nel tedioso ritornello che ha accompagnato ogni esternazione pentastellata di questi lunghi giorni: «Attendiamo dal premier risposte sui nove punti», è stato in sintesi il senso delle dichiarazioni, come se in Aula non fosse accaduto nulla.
Il M5S ancora in attesa di risposte da Draghi…
«Siamo sotto attacco non da stamattina: quello che è stato detto stamattina non è nulla rispetto a quello che abbiamo dovuto subire perché siamo l’unica forza politica che si sta interrogando seriamente su questa crisi. Siamo l’unica forza politica che sta incalzando questo governo, ma non chiediamo poltrone come ha fatto Romeo della Lega. Non chiediamo rimpasti, ma solo di poter dare risposte ai nostri cittadini», ha lamentato Licheri. E ci si domanda a questo punto se i pentastellati ci facciano o ci siano, posto che Draghi delle risposte nel suo intervento le ha date eccome e che le hanno colte tutte le forze parlamentari in modo così forte e chiaro da suscitare un’accelerazione da parte del centrodestra di governo. Lo stesso Licheri nel suo intervento, del resto, ha registrato i gong: quello sulle armi all’Ucraina, quello sul superbonus, quello sulla transizione ecologica. È mancata, però, la consequenzialità.
Ucraina, superbonus, energia: quello che il M5S finge di non capire
«Se intensifica lo scontro bellico armando e ancora armando (l’Ucraina, ndr), lei affievolisce il canale diplomatico», ha detto il senatore pentastellato, aggiungendo poi che «chiediamo da parte sua un’intensificazione non del conflitto bellico, ma del canale diplomatico e dei tavoli negoziali». Capitolo superbonus: «Non possiamo oggi dire quello che lei dice, ossia che affronteremo il problema del superbonus con un tavolo: sappiamo che quando non si ha molto chiara una cosa si dice “apriamo un tavolo”». E, ancora: «Come farà lei a spiegare a Lega e Forza Italia che la transizione ecologica non è uno slogan, che significa nuovi modelli economici e aziendali, un futuro fatto di prosperità?». «Dal suo discorso abbiamo capito che non c’è ancora una risposta alle nostre istanze», ha quindi osservato Licheri, mancando però il punto: anche non dare risposte è una risposta.
La supplica del M5S: «Draghi offra dignità al nostro documento»
Ma non per il M5S, non per Licheri. «Ero capogruppo durante la prima fiducia al suo governo e le dissi di non considerare la nostra fiducia incondizionata», ha avvertito, concludendo però poi con una implorazione: «Non troverete mai un 5 Stelle che sulla base della convenienza elettorale faccia cadere un governo. Abbiamo sempre manutenuto una linea di assoluta responsabilità, una posizione chiara e lineare. Una posizione sincera», ha sostenuto Licheri, rivolgendosi quindi a Draghi perché «offra dignità al documento che le abbiamo dato, quella è la politica con la P maiuscola. Lì non ci sono bandierine, ma temi sociali».