I partiti verso il countdown. Letta va a supplicare Draghi. Il centrodestra di governo da Berlusconi
Vertici, conciliaboli, telefonate. Alla vigilia del redde rationem con le comunicazioni di Mario Draghi in Parlamento (prima al Senato poi, solo se lo reputerà necessario, alla Camera) i partiti della maggioranza provano a serrare i ranghi. La giornata si consuma con un via vai di incontri incrociati.
Draghi a Palazzo Chigi per supplicare Letta
In mattinata Enrico Letta, il principale sponsor di un Draghi bis, va a Palazzo Chigi. Bocche cucite sul colloquio ma non è difficile immaginare che il segretario dem avrà sfoderato tutte le sue armi seduttive per convincere l’ex governatore della Bce a restare al timone del governo. L’inventore del fallimentare campo largo in questi giorni ha lavorato per ricondurre all’ovile i grillini delusi dallo strappo di Giuseppe Conte. Prima di incontrare Letta Draghi è salito al Quirinale per un faccia a faccia con Mattarella.
Salvini riunisce i suoi: mai più con i 5Stelle
I 5Stelle continuano con le seduta di psicanalisi di gruppo, lacerati e dispersi in tanti rivoli. Sulla testa di Conte pesa la minaccia di una nuova scissione con una trentina di parlamentari pronti a dare la fiducia al premier dimissionario. Ora l’avvocato del popolo ha paura di intestarsi da solo la crisi. Matteo Salvini riunisce ministri, sottosegretari, capigruppo e vicesegretari del Carroccio. Che avrebbero confermato la linea del ‘mai più con i 5Stelle’. La Lega è indisponibile a proseguire il lavoro di governo “con gli inaffidabili 5Stelle e senza chiarezza”. Anche a costo di andare al voto anticipato? Su questo punto Salvini lascia il giudizio sospeso. L’auspicio è garantire all’Italia soluzioni all’altezza. dice. Tra i parlamentari è forte il malcontento nei confronti soprattutto dei ministri Lamorgese e Speranza. Giudicati “inadatti” per andare avanti.
Vertice del centrodestra di governo da Berlusconi
A pranzo è previsto un vertice del centrodestra di governo a ‘Villa Grande’ da Silvio Berlusconi. Oltre a Salvini ci saranno i centristi, Lorenzo Cesa (Udc) e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia). Dal quale dovrebbe emergere una linea comune sul comportamento parlamentare da tenere domani in Aula.
Meloni e le dissonanze cognitive della sinistra
Giorgia Meloni guarda con ironia alle dinamiche di queste ore. “A sentire la stampa sembra che davvero tutta Italia stia supplicando Draghi di rimanere, come se questo governo fosse realmente nel cuore di tutti gli italiani”, scrive sui social. “Però poi sempre la stessa stampa avverte che se si andasse a votare stravincerebbe chi sta all’opposizione di Draghi e del suo governo. Le tipiche dissonanze cognitive della sinistra”.