Brusca è “socialmente pericoloso” ma da 14 mesi era in libertà. Nuovo schiaffo ai familiari delle vittime

29 Lug 2022 15:49 - di Sara De Vico

Giovanni Brusca è ancora “socialmente pericoloso”. L’evidenza scientifica, però, deve essere sfuggita finora ai magistrati. Che soltanto ieri, dopo una nuova valutazione del fedelissimo di Totò Riina, responsabile della morte di Rocco Chinnici e Giovanni Falcone, hanno decretato che non è angioletto. Fu lui, il ‘porco’ ad azionare il telecomando della strage di Capaci e il mandante  dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il dodicenne strangolato e sciolto nell’acido. Per punire il padre Santino che si era pentito.

Brusca è pericoloso e torna sotto sorveglianza speciale

L’incredibile scoperta è del questore di Palermo Leopoldo Laricchia, che ha decretato la pericolosità di Brusca. Che però nel frattempo a maggio 2021 è stato scarcerato e da un anno e qualche mese è un uomo libero. Una pericolosità a intermittenza evidentemente. Dello stesso avviso ‘tardivo’ la sezione Misure di prevenzione del tribunale del capoluogo siculo. Che ha accolto la nuova valutazione del super boss. E ha deciso di riattivare per Brusca la sorveglianza speciale che aveva prima. Quando per tutti era un killer sanguinario, un superboss mafioso dai soprannomi raggelanti.

Nuovo schiaffo ai familiari delle sue vittime

Così ancora una volta il rispetto per le famiglie delle sue vittime va in frantumi. Perché  la tortuosa vicenda giudiziaria (processi, condanne, presunte collaborazioni e sconti di pena) si schianta davanti al fattore umano. “Sono indignata, lo Stato ci rema contro”, sbottava nel 2021, per esempio, la vedova Tina Montinaro, moglie del caposcorta di Falcone. La vicenda del boss mafioso è emblematico dei buchi neri del sistema.

Dall’arresto nel 1996 alla scarcerazione

Giovanni Brusca è stato arrestato il 20 maggio 1996. È responsabile di decine di omicidi e passa 25 anni in carcere. Poi la “collaborazione” con la giustizia e le spiate  su Cosa Nostra. Anche se non ha mai dimostrato segni di pentimento. Tanto che i giudici nel 1999  rigettarono la sua richiesta di scarcerazione anticipata. Come fece la Corte di Cassazione vent’anni dopo negandogli gli arresti domiciliari. Poi il rilascio in via definitiva. Che fa indignare. “Umanamente è una notizia che mi addolora», aveva detto nel 2021 la sorella di Falcone, Maria. “Ma questa è la legge e va rispettata”. Per l’autista di Falcone “dovevano buttare le chiavi”.  Sconvolta anche Rita Dalla Chiesa che parla di “vergogna di Stato”.

Fine pena per aver collaborato

Il fedelissimo di Totò Riina Brusca esce dal carcere romano di Rebibbia il 31 maggio del 2021 con 45 giorni di “sconto”. “Fine pena”. Torna libero per una legge del 13 febbraio del 2000 che consente ai collaboratori di giustizia di mutare le condanne. Dall’ergastolo ostativo all’ergastolo normale (che consente di ottenere permessi e che non può protrarsi fino alla morte). Ma non finisce qui: dopo 14 mesi a Palermo la giustizia fa una nuova retromarcia. Ieri va a ripescare la sorveglianza speciale che durerà fino al 2023.  La stessa persona che a maggio è stato scarcerato per aver collaborato oggi è dichiarato socialmente pericoloso. E dovrà sottostare a una forma di controllo aggiuntivo. Non potrà  frequentare condannati, dovrà restare a casa la sera e comunicare alle autorità il suo luogo di residenza.

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