Via social spingeva ragazzine all’anoressia: denunciato un falso medico già condannato

20 Giu 2022 10:33 - di Eugenio Battisti

In un gruppo aperto, su una piattaforma social, spingeva ragazze minorenni e fragili al raggiungimento dell’anoressia.  È  quanto emerso nell’operazione “Free Angels” della Polizia Postale di Trieste e Udine. Con il coordinamento del Centro nazionale di coordinamento alla pedopornografia online del Servizio polizia postale di Roma. La polizia è risalita a un uomo, che è stato denunciato.

Pedo-pornografia su web, 1 denuncia

L’operazione nasce da una segnalazione fatta da una quindicenne. Da mesi ricoverata presso il reparto di pediatria di un ospedale della regione, per disturbi del comportamento alimentare. E patologie conseguenti ad atti anticonservativi. Grazie a questa giovane, che ha trovato la forza di denunciare, gli specialisti della polizia postale sono arrivati al profilo social di una persona.  Che, definitosi coach pro-Ana, aveva agganciato decine di ragazze minorenni. E, dopo averne carpito, la fiducia le aveva indotte a pratiche pericolose di dimagrimento.

Istigazione alla anoressia di minorenni

Come fa sapere la polizia, tra i consigli sconsiderati c’erano quelli di non assumere più di 500 calorie giornaliere. Di bere molta acqua per lenire il senso di fame. E quello di farsi docce gelate per stimolare l’organismo a un maggiore dispendio energetico. Pratica che nella vittima  aveva quasi provocato lo svenimento. L’uomo, secondo l’accusa, incoraggiava la minorenne farsi tagli all’insaputa dei genitori. Il tutto documentato con le riprese delle lesioni e del corpo in dimagrimento. Con il consenso della ragazza, attraverso sofisticate tecniche di acquisizione di digital forensics gli agenti hanno recuperato parte delle chat e dei contenuti multimediali inviati dalla vittima al “coach”.

Richiesta di foto e video pornografici

L’uomo peraltro, sottolinea la polizia, si era spinto con richieste di immagini e video di natura pedopornografica in cambio di denaro e regalie. Che consistevano anche nella proposta di capi d’abbigliamento intimi. Da ritirare in note catene di abbigliamento apprezzate dai più giovani. Sono stati quindi attivati i network internazionali. Che con procedura d’urgenza hanno fornito la loro collaborazione. L’incrocio di migliaia di dati informatici ha portato all’identificazione di un libero professionista di quaranta anni. Residente in centro Italia, già condannato per pornografia minorile. Che sui suoi profili social e sul proprio blog si presentava come medico. Pur non avendo mai conseguito il titolo di studio.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi