Tragedia in volo a Reggio Emilia: si intrecciano i loro paracadute e due esperti si schiantano al suolo

18 Giu 2022 16:01 - di Martino Della Costa
paracadute

La morte arriva in volo, e travolge due paracadutisti, Fabrizio Del Giudice e Gabriele Grossi, rispettivamente di 54 e 35 anni, che hanno perso la vita cadendo al suolo da un’altezza di circa cinquanta metri. Il dramma dopo il lancio, dopo la partenza dal Campovolo di Reggio Emilia e il salto nel vuoto. Un dramma che si è consumato definitivamente sul punto in cui le leggi della fisica e il mistero della morte hanno messo fine alla corsa nei cieli: sul terreno dove i due paracadute si sono intrecciati, e i due paracadutisti sono precipitati al suolo.

Tragedia in volo a Reggio Emilia: si intrecciano i loro paracadute e si schiantano al suolo

La notizia, che il Tgcom 24 rilancia e che ha ripreso anche il Corriere della sera – oltre ai media locali – scuote non solo la vasta comunità degli appassionati di lancio dall’aereo e delle acrobazie in volo. L’incidente mortale al Campovolo di Reggio Emilia sconvolge per l’immediatezza degli eventi e per la loro inestricabile connessione con un fato avverso che ci ha messo lo zampino. Le due vittime, infatti, come riportano i siti citati, erano due esperti del settore. Due paracadutisti «con centinaia di lanci alle spalle» che – stando fino a quanto ricostruito fin qui – «avrebbero avuto una collisione a volo aperto. E i fili dei loro paracadute si sarebbero intrecciati determinando, così, la caduta al suolo».

Inutili i soccorsi: per i due paracadutisti non c’è stato nulla da fare…

Infatti, purtroppo, nonostante i disperati tentativi messi in atto dai soccorsi – che i colleghi hanno allertato subito – per i due paracadutisti non c’è stato nulla da fare. Le notizie sulla possibile dinamica dell’incidente mortale, infatti, spiegano che le vittime «si sarebbero scontrati in fase di volo aperto ad un’altezza di un centinaio di metri. In seguito alla collisione i loro paracadute, durante la discesa, si sarebbero intrecciati». Determinando lo schianto letale. Un evento che ha sconvolto tutti, a partire dalla comitiva di appassionati che questa mattina aveva raggiunto il raduno con oltre 300 paracadutisti coinvolti. Un appuntamento che, scrive il Corsera, aveva organizzato la società Body Fly University. E che, per l’occasione, aveva previsto il noleggio di un bimotore in grado di trasportare 25 persone alla volta.

L’ipotesi degli inquirenti sull’incidente mortale col paracadute

Al primo lancio tutto è andato bene. Allora, secondo gli inquirenti, forse nel caso delle due vittime c’è stato un problema nella fase dell’atterraggio. Le vele di Grossi e di Del Giudice si sono agganciate quando i due si sono avvicinati troppo. Solitamente, spiega il Corriere, i lanci con il paracadute prevedono la costituzione di una formazione intorno ai 1.200 metri. Poi, ad un’altezza di 900 metri, i paracadutisti si separano. Proseguendo la loro discesa singolarmente, in modalità definita di volo aperto. Fino a toccare terra. Dove i due, però, sono precipitati, avvicinati troppo. E hanno perso la vita.

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