Salario minimo, non è vero che ce lo chiede l’Europa. Meloni: tagliare le tasse per alzare gli stipendi

7 Giu 2022 10:02 - di Riccardo Angelini
salario minimo

Nella notte è stato raggiunto l’accordo tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue sulla direttiva per il salario minimo. Ad annunciarlo è stata la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl) sul suo account Twitter. È “una tappa importante per l’Europa sociale“, ha commentato la presidenza di turno francese dell’Ue. “Nel pieno rispetto delle diversità nazionali, il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell’Unione e lo sviluppo della contrattazione collettiva“, si legge in un tweet. L’intesa dovrà ora essere approvata in via definitiva sia dal Parlamento sia dal Consiglio Ue, poi toccherà ai Paesi membri recepirla.

Non ci sono dubbi sul fatto che il salario minimo sta diventando per M5S e Pd una bandiera elettorale da sventolare per coprire le enormi falle di un’alleanza che fa acqua da tutte le parti. Ieri il tweet di Giuseppe Conte era rivelatore:  “A Strasburgo è stato raggiunto l’accordo sulla direttiva Ue sul salario minimo. Il Mov5Stelle da anni porta avanti questa battaglia. Non ci sono più scuse per nessuno: approviamo subito la nostra proposta, eliminiamo la vergogna degli stipendi da fame per milioni di lavoratori”. Insomma, la meta utopistica dell’abolizione della povertà rimane una “fissa” del M5S o di ciò che ne resta.

Il commento del Foglio, a questo proposito, è assai ficcante. “Il paradosso, a volerlo ridurre alla sua brutalità politica, sta rinchiuso in quella frase che circola a Palazzo Chigi, dove si chiedono perché mai Pd e M5s pretendono di fare adesso – adesso che governano con la destra – ciò che non riuscirono a fare quando al governo – nel governo che si pretendeva “quello più a sinistra da decenni” – stavano da soli“.

Il fatto è che proprio il salario minimo rappresenta il collante che può tenere insieme le forze progressiste. Tramontato il ddl Zan la nuova “battaglia di civiltà” sarebbe appunto il salario minimo. Anche se – annota ancora Il Foglio – non è affatto vero che la tanto direttiva di Bruxelles impone all’Italia di adottare un salario minimo universale. Anzi il documento sottolinea che “l’obiettivo dell’adeguatezza dei salari è perseguito con mezzi diversi, a seconda che la tutela garantita dal salario minimo sia fornita da salari minimi legali, sia fornita esclusivamente mediante la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari o attraverso una combinazione di questi due approcci”.

In Italia il salario minimo è tornato sotto i riflettori della Commissione Lavoro del Senato il 10 maggio scorso. Dopo mesi di pause e interruzioni, è infatti ripreso l’iter parlamentare del disegno di legge, a firma dell’ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. In base al testo al centro della discussione, si prevede nei contratti una retribuzione complessiva non inferiore a 9 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali.

Per  Giorgia Meloni “quella del salario minimo è la classica arma di distrazione di massa, rispetto al complesso dei problemi del mondo del lavoro. Ricordo che molti lavoratori sono già garantiti da un contratto nazionale di lavoro nel quale è presente la garanzia del salario minimo. A me pare un tema per non affrontare le discriminazioni vere che esistono nel mercato del lavoro, parlo della precarietà, dei lavoratori autonomi, il problema della tassazione troppo alta. Se davvero si volessero alzare i salari, la soluzione migliore sarebbe quella di tagliare il cuneo fiscale”. 

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