Omicidio Ciatti, condannato per omicidio volontario il ceceno che pestò a morte l’italiano

3 Giu 2022 19:26 - di Alessandra Parisi

Condannato Rassoul Bissoultanov, assolto il connazionale Magdomagov. Fu omicidio volontario. Il Tribunale provinciale di Girona, in Spagna, ha condannato il 29enne  ceceno accusato della morte di Niccolò Ciatti. Il ragazzo italiano di 21 anni, di Scandicci (Firenze) che venne pestato a morte, senza alcun motivo, la notte tra l’11 e il 12 agosto 2017. La tragedia avvenne  in una discoteca di Lloret de Mar. Nota località della Costa Brava. Dove si trovava in vacanza con alcuni amici.

Nicolò Ciatti, condannato il ceceno per omicidio volontario

Il verdetto è stato emesso dalla giuria popolare. L’entità della pena sarà stabilita dai giudici togati nei prossimi giorni. Compresa tra i 15 e i 25 anni, secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo per l’omicidio volontario di una persona indifesa. Alla lettura della sentenza erano presenti i familiari di Niccolò. Il padre Luigi e la madre Cinzia, assistiti dall’avvocato Agnese Usai. Nei suoi confronti il procuratore spagnolo Victor Pillado ha chiesto 24 anni di carcere e 9 anni di libertà vigilata. “Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti – ha detto nella requisitoria il pm –  dobbiamo una condanna giusta e responsabile”. Imputato nello stesso processo anche il ceceno Movsar Magomadov,  che per la procura non avrebbe avuto responsabilità nell’omicidio. Mentre i legali della famiglia Ciatti lo ritengono altrettanto colpevole.

“Non pensavo che un calcio alla testa potesse ucciderlo”

“Non pensavo che con un calcio alla testa potessi ucciderlo”, ha tentato di difendersi in aula Bissoultanov. La difesa ha sostenuto che si sarebbe trattato di omicidio preterintenzionale, punibile con un massimo di quattro anni di carcere. Nel corso delle udienze la giuria popolare ha ascoltato i tecnici della polizia. Che hanno evidenziato come il calcio letale alla testa per il giovane di Scandicci è stato assestato in modo definito “professionale”. Da una persona conoscitrice di tecniche di lotta, e non in modo casuale. Bissolultanov, esperto di arti marziali,  la notte tra l’11 e il 12 agosto 2017, sulla pista da ballo della discoteca ‘St Trop’, insieme a due connazionali, improvvisamente ha preso di mira Niccolò. Che stava trascorrendo con i suoi amici l’ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale.

A giugno il processo anche in Italia

Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo. Che non si è più rialzato ed è morto in ospedale alcune ore dopo. Anche Magomadov avrebbe preso parte al pestaggio. E alcuni video girati in discoteca e le testimonianze degli amici di Niccolò lo confermerebbero. Lo scorso 20 maggio la Cassazione ha annullato la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, estradato dalla Germania in Italia. E scarcerato il 22 dicembre 2021 dai giudici della Corte d’Assise di Roma. Il ceceno nel frattempo però è tornato in Spagna dove per lo stesso caso era già stato aperto un processo. Per l’omicidio di Niccolò Ciatti ci sarà un processo anche in Italia. Il dibattimento a Roma si aprirà il prossimo 8 giugno.

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