La scrittrice non vuole essere “inglese di seconda generazione”. E accusa la casa editrice di razzismo
È scontro tra la scrittrice inglese Natasha Brown e la casa editrice Astoria che ha tradotto in italiano il suo ultimo successo editoriale Anatomia di un fine settimana. Tradotto in 17 lingue e finalista al Goldsmiths Prize e al Books Are My Bag Readers Award.
Natasha Brown accusa Astoria di razzismo
L’autrice inglese ha accusato di razzismo Astoria, il marchio del gruppo Gems che l’ha tradotta in Italia. Tutto per colpa di quella definizione ‘inglese di seconda generazione’ che compare in copertina. Giovane britannica di colore, laureata a Cambridge in matematica, la Brown ha scatenato il caso. In un crescendo prima ha chiesto il cambio di copertina. Poi una pecetta su una frase nella biografia. Infine ha contestato addirittura la traduzione. “Inglese di seconda generazione”. Sembra un dettaglio minimo, ma non lo è. Soprattutto nel clima incandescente del post #Black Lives Matters.
Ora la scrittrice chiede il ritiro del libro
L’editore italiano, sorpreso per l’accusa, si è offerto di mettere una etichetta a coprire la definizione dello scandalo, con il libro già in distribuzione. Ma la Brown ora contesta anche alcune parti della traduzione e chiede il ritiro del libro. La scrittrice che ha lavorato per dieci anni in finanza nella City prima di prendersi un anno sabbatico per scrivere il romanzo, ha debuttato l’anno scorso con Anatomia di un fine settimana. Che ha sbancato nelle librerie.
“Anatomia di un fine settimana”, è subito successo
Si tratta di una fotografia graffiante del sistema di classe britannico, del suo rapporto irrisolto con il colonialismo, quindi con la razza. E ancora l’immigrazione, l’identità e anche con il sessismo. Tematiche che Astoria, attenta ai fenomeni letterari internazionali, non si è fatta sfuggire. Aggiudicandosi la pubblicazione. Autobiografico? A una prima lettura sembrerebbe così. La protagonista senza nome è una giovane donna britannica di colore. Che ha studiato nelle migliori scuole del regno. Ed è lanciata in una carriera di prestigio nel mondo della finanza. Ha un fidanzato bianco, rampollo di una famiglia aristocratica con villa in campagna. Dove la protagonista è invitata a passare il fine settimana (titolo del libro) durante il quale finisce vittima dei parenti snob di lui. Ma lei giura che non ha messo nulla di se stessa.
“È un libro che si interroga sulla narrativa”
Il tema è proprio il disagio di una donna nera, seppure di successo, nel panorama della società classista e sotterraneamente razzista dell’ex impero britannico. Così è stato recepito anche dai giornali inglesi. E per questo è piaciuta. Ma la Brown, come riporta Dagospia, rifiuta questa catalogazione. “È un libro che si interroga sulla narrativa e sul linguaggio. Ogni altra lettura è impropria e dannosa”.