Kiev lancia l’allarme all’Occidente: “Finite le munizioni. Mandateci le armi o perderemo”
La guerra di logoramento nel Donbass inizia ad avere costi pesanti, sia in termini di vite umane che per ciò che riguarda l’equipaggiamento militare. Kiev lancia l’allarme: «Questa è una guerra di artiglieria, e in termini di artiglieria stiamo perdendo. Tutto ora dipende dalle armi che l’Occidente ci dà». L’allarme arriva dal vice capo dell’intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky, che al Guardian ha dichiarato: «L’Ucraina ha un pezzo di artiglieria ogni 15 pezzi russi. I nostri partner occidentali ci hanno consegnato il 10 per cento di quanto dovevano». Il vicecapo dell’intelligence militare continua: «Stiamo utilizzando tra i 5 e i 6 mila proiettili al giorno, abbiamo quasi finito tutte le munizioni, e stiamo usando i proiettili 155 standard Nato. L’Europa ci sta consegnando anche proiettili di calibro inferiore, ma la quantità di consegne si sta riducendo».
Kiev: Finite le munizioni. Distrutto il Palazzo di ghiaccio di Severodonetsk
È il giorno numero 107 di conflitto nell’est Europa tra Russia e Ucraina. A Severodonetsk si continua a combattere: è la città decisiva per le sorti della guerra. Secondo Skibitsky, anche la Russia è in difficoltà: «Stanno utilizzando armi sovietiche, degli anni Settanta». Tuttavia, «se vincono nel Dobass, possono usare quel territorio per lanciare un altro attacco a Odessa, a Zaporizhzhia, a Dnipro. Il loro obiettivo è l’intera Ucraina, e oltre». Le dichiarazioni di Skibitsky sono confermate dall’intelligence militare statunitense. Secondo fonti militari, l’Ucraina ha terminato gli armamenti di progettazione sovietica e russa e ora dipende totalmente dagli alleati.
Kiev, munizioni finite. Macron promette “armi pesanti” a Zelensky
Stamattina i bombardamenti russi hanno distrutto il Palazzo di ghiaccio di Severodonetsk, un simbolo della città: «Ghiaccio, pattinaggio artistico, hockey, pallavolo, scuola sportiva, concerti, quasi 50 anni di storia dello sport e dello sviluppo culturale sono andati in fumo». Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiy Gaidai, riportato dall’Ukrainska Pravda. Arriva ilsoccorso di Macron: “La Francia rimarrà mobilitata per soddisfare i bisogni dell’Ucraina, comprese le armi pesanti”. Lo ha assicurato il presidente francese nel corso di un nuovo colloquio telefonico avuto con il suo omologo ucraino, Volodymr Zelensky nella mattinata. “Abbiamo discusso di altri aiuti militari all’Ucraina”, ha aggiunto in un tweet, sottolineando che “particolare attenzione è stata dedicata alle modalità di adesione dell’Ucraina all’Ue”.
Il colloquio telefonico
I due leader, secondo l’Eliseo, “hanno convenuto di restare in contatto, soprattutto in vista del parere che la Commissione europea esprimerà sulla domanda di adesione dell’Ucraina all’Unione europea, e della discussione che seguirà al Consiglio europeo del 23 e 24 giugno”. Zelensky, dal canto suo, ha affermato su Twitter di aver informato Macron sulla situazione sul fronte. “E’ stato discusso ulteriore supporto alla difesa dell’Ucraina e del lavoro sulle garanzie di sicurezza. Particolare attenzione è stata dedicata al percorso dell’Ucraina verso l’Ue”, ha evidenziato.