Elezioni, Brunetta vuole il rinvio e replica a Meloni: è doveroso, altro che intollerabile…
Renato Brunetta fa parte di coloro che tifano per andare a votare il più tardi possibile. Lo dice lui stesso, a Padova, a margine di un incontro politico. “Io sono propenso che si vada il più tardi possibile, per una semplice ragione: ci consentirebbe di ottenere anche l’ultima tranche delle risorse europee a giugno 2023, dopo quella di fine mese e quella di fine anno. Se si va alle elezioni a maggio del 2023, è molto probabile che il Governo Draghi riesca a realizzare tutti gli obiettivi. La nostra Costituzione, la nostra legge, lo consente e, quindi, che si arrivi tranquillamente a votare a maggio 2023. Sono 10-12 mesi, e questo consentirà al Governo Draghi di esplicare tutta la sua potenza ed efficienza di programmazione e di realizzazione delle riforme in piena tranquillità”.
A Giorgia Meloni, che si era detta contraria a una soluzione dilatoria sul voto politico, Brunetta ha replicato senza nominarla: “A proposito di data del voto, è utile fare chiarezza sui termini esatti della questione e sgombrare il campo da letture fuorvianti e interessate. L’attuale legislatura è iniziata il 23 marzo 2018 con la prima seduta della Camera e del Senato, le cui composizioni sono state determinate dai risultati delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il termine per sciogliere le Camere alla scadenza naturale della legislatura è, dunque, quello del 23 marzo 2023. L’articolo 61 della Costituzione stabilisce, inoltre, che le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. Votare a maggio, dunque, sarebbe perfettamente in linea con la nostra Carta costituzionale. Altro che ipotesi ‘intollerabile'”.
”Se qualcuno pensa – aveva detto Giorgia Meloni durante un incontro elettorale a Gorizia – di poter portare davvero le politiche a giugno per fare prima 300 nomine, chiamerò in causa il presidente della Repubblica. E’ un’ipotesi che trovo intollerabile e impensabile. Si deve votare a marzo, perché questa è la scadenza naturale. Escludo che accada, escludo che il capo dello Stato si presti a una cosa del genere…”.