Di Maio contro i contiani: spettacolo indecoroso. Il M5S cercherà in aula la vendetta su Draghi

30 Giu 2022 15:37 - di Vittoria Belmonte
Di Maio Conte

Di Maio all’attacco di Conte e Salvini. Sempre più calato nel ruolo di paladino del premier Draghi e del suo governo. “Quello visto in questi giorni è uno spettacolo indecoroso. Un teatrino – dice all’assemblea dei gruppi di “Insieme per il futuro” – che stanno facendo due forze politiche in un momento storico delicato, mentre si stanno decidendo cose importanti anche per l’Italia. Con Insieme per il Futuro abbiamo fatto una scelta di maturità rispetto ad atteggiamenti che non sono più condivisibili e sostenibili”.

“La nostra azione sarà duplice – annuncia Di Maio – In Parlamento per stabilizzare il governo così da sterilizzare i colpi di testa di alcune forze politiche e sul territorio, dove continueremo ad aggregare con programmazione e visione a lungo termine. Questo serve e dobbiamo essere umili, guardiamo anche all’esterno. Umiltà, responsabilità e professionalità. Così affronteremo le sfide che ci attendono”.

Sul fronte M5S intanto, tutto è come al solito confuso e ondivago. I vertici 5 Stelle, forte il pressing dei parlamentari e della base, accarezzano l’idea di fare un passo indietro, o meglio di lato, assicurando l’appoggio esterno ma di fatto sfilandosi dall’esecutivo. Lo confermano fonti di primo livello all’Adnkronos.

La miccia per dare il ‘benservito’ potrebbe essere un incidente parlamentare che faccia percepire il malessere del M5S, “perché la voglia di metterci fuori dal governo è evidente”: questa la convinzione che accomuna vertici e truppe parlamentari.

Da oggi, è dunque il diktat, al governo il M5S sarà ancor più intransigente nel difendere le sue battaglie, in quella che appare come una sorta di attesa di un ‘casus belli’ per voltare le spalle a Draghi e al suo governo.

Una mina potenziale potrebbe essere quella del termovalorizzatore di Roma. Ma uscire per l’inceneritore dopo che Grillo, nei giorni scorsi, ha stroncato ogni tentazione su questa battaglia rischia di rendere ancor più profonda la frattura tra il garante e il Movimento.

C’è poi un’altra incognita che grava sul M5S e sulle scelte di permanenza nel governo Draghi. L’attesa pronuncia del Tribunale di Napoli sul reclamo degli attivisti, attesa per il 6 luglio: se il giudice dovesse dare loro ragione, Conte si ritroverebbe ‘senza voce’. “Ovviamente i parlamentari hanno un potere decisionale autonomo – ragione un big del Movimento – ma comunicativamente sarebbe più complesso gestirla..”.

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