Caso Shalabayeva, tutti assolti, con formula piena. Gli imputati: oltre la soddisfazione, resta il dolore
10 Giu 2022 8:40 - di Filomena Auer
Caso Shalabayeva, assolti tutti gli imputati e con formula piena: «Perché il fatto non sussiste». Quello della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, e di sua figlia Alua, non fu un sequestro di persona: a decretarlo i giudici della Corte di Appello di Perugia con la sentenza di assoluzione, pronunciata dopo quasi dieci ore di camera di consiglio. Un verdetto con cui i magistrati hanno ribaltato il giudizio di primo grado per Renato Cortese, Maurizio Improta, i poliziotti Francesco Stampacchia, Luca Armeni, Vincenzo Tramma, Stefano Leoni e il giudice di pace Stefania Lavore, imputati del processo per l’espulsione della Sahalbayeva e della figlia Alua, avvenuta nel 2013.
Caso Shalabayeva, assolti tutti gli imputati e con formula piena
Alla lettura del dispositivo del collegio, presieduto da Paolo Micheli, erano presenti in aula tutti i protagonisti della vicenda finiti alla sbarra, e tanti colleghi dei poliziotti, arrivati a Perugia da ogni parte d’Italia per sostenerli. Assente, invece, Alma Shalabayeva, parte civile nel processo. I poliziotti hanno ascoltato in silenzio la lettura della sentenza e, poi, si sono abbracciati. La tensione, palpabile fino a poco prima della lettura del verdetto, si è sciolta in lacrime di gioia.
Caso Shalabayeva, il verdetto: «Perché il fatto non sussiste»
«È una pagina di grande giustizia», ha detto all’Adnkronos l’avvocato Ester Molinaro che, insieme al professor Franco Coppi, difende Renato Cortese. «Contenti sicuramente per l’esito del processo. Dimostra al contempo che, come abbiamo sempre sostenuto, il processo a carico del dottor Cortese non sarebbe mai dovuto iniziare. L’assoluzione perché il fatto non sussiste sradica completamente l’impianto accusatorio».
Improta in lacrime dopo assoluzione: «Penso alla mia famiglia, ora voglio serenità»
«È stata riconosciuta la regolarità della nostra attività e l’assenza assoluta di qualsivoglia iniziativa criminale», ha commentato invece a caldo Maurizio Improta dopo la sentenza di assoluzione. «Penso a mia madre che ha 90 anni e che avrà un bel regalo. A mia moglie che proprio oggi compie gli anni. A mio nipote di sei mesi che almeno avrà un ricordo di un nonno perbene. Sono passati nove anni che nessuno mi restituirà. E forse adesso potrò avere un po’ di serenità»…