Calcio, Tardelli: «Il mio urlo Mundial di 40 anni fa? Un’esultanza genuina. Oggi è tutto studiato»

30 Giu 2022 18:53 - di Redazione
Tardelli

«Mi piacciono le esultanze vere, genuine, che nascono al momento, dal cuore ma anche dalla testa». A parlare è Marco Tardelli, uno dei protagonisti della Nazionale azzurra che trionfò al Mundial spagnolo nel 1982. A dirla tutta, anzi, ne incarna ancora oggi il ricordo. Il suo urlo dopo il gol del raddoppio rifilato alla Germania (ancora Ovest, all’epoca) è rimasto scolpito nell’immaginario collettivo come il brand di quella competizione. Forse ancor più della tripletta inflitta da Pablito Rossi ai verdeoro brasiliani, i campioni annunciati. Non stupisce, perciò, che di quell’urlo si parli ancora oggi a distanza di 40 anni dalla.

Il gol Tardelli al Film Festival di Taormina

L’occasione a Tardelli l’ha offerta la presentazione al Taormina Film Festival del docufilm “Italia 1982: una storia azzurra” dedicato alla storica vittoria di 40 anni fa. Nella finale del Santiago Bernabeu, vinta per 3 a 1 contro i panzer tedeschi, a segnare per la nostra nazionale furono – nell’ordine – Rossi, Tardelli e Altobelli. Ma è l’esultanza del centrocampista dopo il raddoppio a resistere ancora oggi come immagine iconica dell’impresa dell’undici allenato da Enzo Bearzot. C’è il suo urlo, il presidente Sandro Pertini che leva le braccia al cielo nella tribuna d’onore, fra un accigliato Helmut Schmidt, il cancelliere tedesco, e un divertito Juan Carlos di Borbone, il re di Spagna che, essendo nato a Roma, mascherava a fatica la sua simpatia filo-italiana pur costretto a una regale neutralità da Paese ospitante.

Collovati: «È l’immagine del trionfo spagnolo»

«Oggi – rivela Tardelli all’Adnkronos tante esultanze appaiono più ricercate, più studiate...» Anche più finte? «Non lo so – risponde – ma io quella volta, più che esultare, ho proprio gridato al vento la mia gioia infinita, per un goal che poteva essere decisivo, visto che raddoppiava il nostro vantaggio sulla squadra tedesca». E anche per il compagno di quella avventura, Fulvio Collovati, «quell’urlo di Tardelli è un gesto che rimarrà nella storia del calcio, anche se lui con falsa modestia lo nega. E rimarrà per sempre proprio perché fu un gesto genuino e spontaneo».

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