Bancarotta fraudolenta, arrestato di nuovo Gavino Docche, patron del resort Geovillage in Costa Smeralda

28 Giu 2022 12:53 - di Roberto Frulli

È finito di nuovo in arresto, con l’accusa di bancarotta fraudolenta pluriaggravata, falsi in bilancio aggravati e omessi versamenti di ritenute d’acconto, Gavino Docche, il patron, amministratore di fatto e di diritto, del vasto complesso denominato ‘Geovillage‘, tra i più importanti e conosciuti della Costa Smeralda.

L’indagine della guardia di Finanza di Olbia, su delega del Procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, si è concentrata su quattro diverse società, tre srl e una S.p.A., che si sono occupate della progettazione, realizzazione e gestione del complesso immobiliare Geovillage: la Geocostruzioni srl, dichiarata fallita nel 2012, la Geogramma srl., dichiarata fallita nel 2014, la Sviluppo Olbia S.p.A. (già Geocenter e poi Geovillage SpA), dichiarata fallita nel 2016 e, infine, la Real Effegi srl, dichiarata fallita nel 2021 proprio dalla Procura che oggi ha richiesto l’arresto del patron di Geovillage.

“Significativa è la sequenza temporale dei fallimenti delle singole società che si sono succedute nella gestione del Resort“, ricostruisce il procuratore Capasso ricordando che le quattro società “erano strettamente collegate tra loro e detenevano partecipazioni reciproche”.

Il gruppo di società era caratterizzato “da frequenti e diretti rapporti commerciali e finanziari incrociati, tutte amministrate e facenti capo al soggetto colpito da misura cautelare e a soggetti a lui legati da vincoli familiari e di intima collaborazione”.

Il Resort turistico-sportivo, realizzato a partire dal 2001 ed ultimato nel 2008, si estende su una superficie di circa 18 ettari sui quali sono distribuiti una serie di immobili ed infrastrutture: un albergo a 4 stelle, con 253 camere di cui 5 “garden villas” autonome, diversi impianti sportivi fra cui dieci campi da tennis e tre piscine oltre a club house e ambulatorio.

Nel 2004 la capacità ricettiva del Geovillage veniva ampliata con la realizzazione del complesso denominato “Il Borgo” dotato di 67 camere. E nel 2006 veniva completato il centro benessere.

Successivamente veniva realizzato il centro fitness, la piazzetta con bar, ristorante, club house, negozi e il palazzetto dello sport, ed ampliata la capacità ricettiva con la realizzazione dello “Sport Hotel” con 34 camere.

Nel 2007 si realizzava il “Garden Privè” estivo esterno e nel 2008 si ultimavano i campi da calcio.

Tutto lasciava presagire, insomma, un futuro imprenditoriale florido e importante. Che, invece, non c’è stato.

Bancarotte fraudolente pluriaggravate, falsi in bilancio aggravati e omessi versamenti di ritenute d’acconto, previdenziali ed assistenziali per considerevoli importi – spiega il procuratore capo Gregorio Capasso – hanno determinato, in un arco temporale tra il 2008 e il 2021, il dissesto ed il successivo fallimento delle società”.

Il valore immobiliare complessivo, nelle procedure concorsuali relative al periodo 2012/2014 delle società fallite Sviluppo Olbia, Geocostruzioni e Geogramma, era stato stimato in circa 97 milioni di euro.

“L’enorme debito complessivo accumulato dalle  società che si sono susseguite nella gestione del Geovillage è pari ad oltre 158 milioni di euro, di cui oltre 43 milioni in danno dell’Erario e degli Enti previdenziali“, dice la Procura.

In precedenza, nel maggio 2021, l’intero complesso immobiliare del Geovillage era già stato sottoposto a sequestro, su disposizione della Procura di Tempio Pausania, “per sottrarlo alla gestione corrente degli amministratori indagati, sequestro poi revocato a favore della curatela fallimentare per consentire al giudice delegato al fallimento una migliore gestione” del  “compendio” attraverso un contratto di affitto, di cessione dei beni del fallimento e, dunque, la ripresa delle attività sportive e turistico-ricreative all’interno del “Geovillage” e l’occupazione del personale addetto”, ricorda Capasso.

Nel maggio del 2021 la Finanza aveva anche arrestato i due ex-proprietari, gli imprenditori Gavino Docche e suo figlio Fabio, finiti ai domiciliari e, poi, successivamente, scarcerati.

Secondo le indagini, in quel caso i due avrebbero tentato di pilotare un’asta fallimentare per riprendere la gestione del complesso turistico.

Con la stessa ordinanza era stato disposto anche il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili del resort, per un valore totale di circa 60 milioni di euro, ponendo i sigilli anche a terreni, campi da calcio e tennis, un centro nuoto, un palasport, un albergo, una club house ed aree urbane ed uffici in tre diverse torri.

La stessa Procura aveva poi sequestrato anche le partecipazioni che gli indagati hanno in altre società.

L’operazione, denominata, in quel caso, “Bad Village“, aveva coinvolto anche un pubblico ufficiale, direttore generale di un’associazione di enti pubblici locali, e con la mediazione di un importante professionista romano, nel tentativo di turbare l’asta fallimentare che avrebbe potuto riconsegnargli il “Geovillage”.

Oggi il nuovo colpo di scena con l’arresto del ‘domunis’ del mega resort della Costa Smeralda.

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