Una “bomba” sulla leadership di Conte: a pochi giorni dal voto il tribunale può decapitare ancora il M5S
Sul futuro del Movimento 5 Stelle pende la spada di Damocle del Tribunale di Napoli. Il prossimo 7 giugno, a pochi giorni dalla tornata di elezioni amministrative, è in programma l’udienza sul nuovo ricorso presentato dagli attivisti 5 Stelle contro il voto bis sullo statuto e sulla leadership di Giuseppe Conte, ‘congelata’ da un primo provvedimento dei giudici partenopei. I pentastellati guardano con apprensione a quella data perché un eventuale nuovo stop del Tribunale farebbe ripiombare il Movimento in un labirinto kafkiano di cavilli, al punto che più di qualcuno ipotizza la nascita di un partito contiano per ‘dribblare’ la sentenza qualora i giudici dovessero dare ancora una volta ragione ai ricorrenti, assistiti dall’avvocato Lorenzo Borrè.
Conte e la leadership del M5S, una guerra di cavilli
Ma il professor Francesco Astone, uno dei legali del Movimento, ostenta ottimismo: “Confidiamo sicuramente in un esito diverso rispetto al primo ricorso”, spiega all’Adnkronos. “Peraltro – sottolinea – davanti al giudice della causa di merito anche il primo ricorso ha avuto un esito favorevole per noi, quel provvedimento poi è stato riformato dal Collegio. Adesso vedremo cosa deciderà questo giudice su tutta una serie di questioni, che sono di particolare rilevanza”. “Le nostre ragioni – prosegue Astone – non sono diverse da quelle che ci inducevano a essere ottimisti anche in relazione al primo ricorso. Peraltro, in questo ricorso la criticità che il Collegio aveva ritenuto decisiva a nostro avviso non si pone affatto”.
In merito alla ripetizione del voto sullo statuto che si è svolta a marzo, puntualizza l’avvocato, “il problema dei quorum di partecipazione che il Collegio aveva evidenziato nella prima ordinanza qui non si pone neanche. Rimangono fermi gli altri problemi che avevamo sollevato e discusso, che spaziano dall’incompetenza del Tribunale di Napoli all’assenza di qualsiasi pericolo di ‘danno grave e irreparabile’ tale da giustificare il ricorso al provvedimento d’urgenza. Non comprendiamo quale sia il pregiudizio ‘grave e irreparabile’ che i ricorrenti lamentano”.
Contestata la competenza del tribunale di Napoli
Per i legali del Movimento “il Tribunale di Napoli non è territorialmente competente. Siamo fiduciosi che il Tribunale possa su questo esprimersi in tempi molto brevi, nel primo procedimento. Per noi è Roma competente, perché è la sede del Movimento”, rimarca ancora il professor Astone.
Se i giudici dovessero sospendere anche la nuova votazione che ha incoronato Conte leader, la strada più semplice per uscire dall’impasse, secondo più di un ‘osservatore’, sarebbe la creazione di un nuovo partito… “Mi sembra uno scenario eccessivo, il fatto che si debba fondare un nuovo partito. Non ci sembra che sia l’autorità giudiziaria a decidere se si debba rifare un nuovo partito, se un partito debba esistere o meno. Tra l’altro non è questo l’oggetto della discussione a Napoli, ovvero se il M5S debba esistere o meno. La discussione riguarda aspetti tecnici relativi alle delibere. Tutto questo va preso seriamente, certo, ma non va drammatizzato”, replica Astone.
“Del resto il M5S sta, giustamente e in assoluta legittimità, proseguendo la sua attività politica. Se per una seconda volta il Tribunale dovesse sospendere le delibere, il Movimento valuterà e gestirà per il meglio la situazione. In questo momento siamo tutti impegnati nella difesa. Poi, dopo che il Tribunale si sarà pronunciato, valuteremo per il meglio”.