Strage di Uvalde, la polizia ammette: abbiamo fatto errori. Il killer ha sparato oltre 100 colpi

27 Mag 2022 21:17 - di Roberto Frulli

Il Dipartimento di Sicurezza pubblica dello stato americano del Texas ammette che nell’operazione di polizia seguita all’attacco armato nella scuola di Uvalde sono stati commessi errori.

“Naturalmente non è stata la decisione giusta. E’ stata la decisione sbagliata“, ha riconosciuto  Steven McCraw, direttore del Dipartimento di Sicurezza pubblica del Texas, in conferenza stampa, parlando della scelta di non fare prima irruzione nella classe in cui si trovava Salvador Ramos, il killer 18enne.

Circa venti ufficiali si trovavano in un corridoio fuori dalle aule nella scuola elementare teatro della strage e lì sono rimasti per oltre 45 minuti prima che gli agenti si muovessero per affrontare l’aggressore.

Il comandante delle unità intervenute sul posto riteneva che l’uomo si fosse barricato in un’aula e che i bambini non fossero in pericolo, ha rivelato McCraw.

Pensava cioè che si fosse passati da una situazione di un aggressore armato in azione ad una situazione di un aggressore barricato quando in realtà nella classe si trovavano ancora dei bambini ed erano ancora a rischio.

“Certo, con il senno di poi… È stata la decisione sbagliata. Punto“, ha cercato di contenere le polemiche McCraw.

La ricostruzione della dinamica della sparatoria di Uvalde ha messo una serie di punti fermi inequivocabili che rendono la gestione di tutta la vicenda una specie di caso scuola su come non si deve affrontare a livello operativo una situazione del genere.

Dopo aver sparato “numerosi colpi” all’esterno, infatti, Salvador Ramos, il killer 18nne della strage di Uvalde, è entrato alle 11.33 ora locale nella “Rob Elementary School”. E qui, secondo il colonnello Steven McCrawq, “il sospetto ha iniziato a sparare nell’aula 111 o 112. E sappiamo che ha sparato oltre 100 colpi sulla base delle prove audio. Almeno 100 colpi“. Ramos, alla fine del raid ha ucciso 19 bambini e due maestre.

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