Primarie Usa, la rivincita di Trump che cavalca i suoi temi classici. E torna la tesi delle “elezioni rubate”

19 Mag 2022 16:12 - di Francesco Severini

Donald Trump non lascia la presa sul partito repubblicano e supera la prova delle primarie. Due suoi candidati – sottolinea Sky tg 24 –  Ted Budd per il Senato in Nord Carolina e Doug Mastriano, per il governatore della Pennsylvania, hanno vinto mostrando la forza dell’ex presidente e della teoria del voto del 2020 rubato, appoggiata da tutti e due i vincitori. Ted Budd si è presentato come difensore delle armi, anti-abortista e difensore del muro anti-immigrati al confine con il Messico. Mastriano invece è un ex colonnello dell’esercito.

Di ritorno sulla scena di The Donald, troppo presto dato per sconfitto, scrive oggi anche la Stampa confermando che  i numeri, nel martedì delle primarie in cinque Stati Usa in vista del elezioni di Midterm, hanno premiato l’ex presidente Usa. In totale – prosegue il quotidiano – nelle varie tornate elettorali che si susseguiranno fino ad agosto 150 candidati hanno il “brand” Trump sulla casacca.

Il contesto è quello di una crescente impopolarità di Biden (il cui gradimento è fermo al 42%), circostanza che mette le ali al movimento trumpiano. “Non sono spariti né i toni né i temi classici di The Donald. Uno studio ha rivelato che le parole più spesso usate nei comizi e nei comunicati stampa dei candidati della destra sono “lotta”, “difesa” in una sorta di linguaggio bellico in cui c’è uno spazio minoritario per i temi concreti e le proposte. In secondo luogo, sono tornati a vincere i sostenitori delle “elezioni rubate del 2000”.

L’Ispi (Istituto per lo studio della politica internazionale) analizza in un contributo di Mario Del Pero i motivi per i quali l’opinione pubblica percepisce Joe Biden come un presidente che fin qui collezionato solo insuccessi.

“Alcuni importanti provvedimenti – su tutti un secondo, ambizioso piano di stimolo dell’economia e di riforme sociali (Build Back Better) – si sono arenati sulle secche di una palude legislativa in un Congresso dove i democratici dispongono di maggioranze fragilissime sia al Senato (50 senatori su 100 con il pareggio rotto dal voto della vice-Presidente Harris) sia alla Camera (222 a 213). La promessa di portare il Paese fuori dall’emergenza Covid non è stata realizzata… La fiammata inflazionistica ha creato un fronte assai difficile, con un impatto non marginale sui redditi reali, il potere d’acquisto e la fiducia dei consumatori. Dossier complessi e per certi aspetti ingestibili, a partire dalla crisi dei migranti al confine col Messico, hanno a loro volta indebolito l’amministrazione e acuito le divisioni e gli scontri dentro il partito del Presidente. Infine, non ha ovviamente aiutato la colossale umiliazione subita con la disordinata ritirata dall’Afghanistan”. 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *