Nepal, individuati su una montagna i resti dell’aereo della Tara Air: recuperati 14 corpi
Sono stati individuati su una montagna dalle autorità di ricerca e soccorso nepalesi, i resti dell’aereo della compagnia Tara Air con 22 persone a bordo, di cui 19 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio, di cui ieri si erano persi i contatti pochi minuti dopo il decollo. E sono stati recuperati finora 14 corpi.
Un portavoce dell’esercito nepalese ha pubblicato su Twitter la foto del luogo dello schianto che si trova ad una quota di 3.800-4.000 metri. Le cattive condizioni meteo rendono difficile il recupero.
Si vede l’aereo in frantumi su una montagna cosparsa di detriti. Tra le immagini c’è quella che sembra mostrare un’ala dell’aereo.
Il portavoce, il generale Narayan Silwal, ha dichiarato che l’aereo è precipitato nel distretto di Mustang in Nepal,vicino a Jomsom.
L’aereo della Tara Air era decollato dall’aeroporto di Pokhara alle 9.55 ore locali e sarebbe dovuto atterrare a Jomsom alle 10.20.
I soccorritori hanno recuperato finora i corpi di 14 persone che si trovavano a bordo dell’aereo della compagnia Tara Air.
L’esercito nepalese ha precisato che il luogo dello schianto è stato individuato nel distretto di Mustang.
A bordo dell’aereo della Tara Air, riportano i media indiani, c’erano 22 persone, tra cui due tedeschi, 16 nepalesi – tra cui i 3 membri dell’equipaggio – e quattro indiani.
È dal 5 dicembre 2013 che la Tara Air è stata inserita nell’elenco, noto in ambito aeronautico come Black List o EU safety list, dei vettori aerei soggetti a divieto operativo nella Ue.
L’Europa ha interdetto il proprio spazio aereo a tutti i vettori nepalesi perché ritenuti non sufficientemente sicuri.
La Tara Airlines è controllata dalla Yeti Airlines, anch’essa a sua volta messa al bando assieme ad altre 19 compagnie nepalesi dall’Europa che la considera non sicura per i molti incidenti mortali in cui è incappata: è considerata fra le compagnie aeree più pericolose al mondo.
Alcuni dei suoi voli, come quello caduto in Nepal, sono presi d’assalto da torme di turisti amanti dei viaggi a rischio estremo – magari da raccontare su Instagram o Facebook se si riesce a ritornare vivi a casa – perché le rotte prevedono pericolosissime gimcane fra le montagne della zona sfidando la sorte. E non sempre dice bene.