Nato, Conte scarica Grillo: «La posizione espressa dal suo blog non è quella del Movimento»
Giuseppe Conte che smentisce Beppe Grillo era fino a ieri un’eventualità impensabile. Invece è accaduto, seppur tra mille delicatezze. «Come sapete – ha infatti esordito il capo politico del M5S -, Grillo nel suo blog ospita anche valutazione di altri esperti. Ieri c’era un post articolato di questo esperto che però non sono la linea politica del Movimento». Il post, per la cronaca, riguardava la Nato. Parole che l’ex-premier ha scandito lasciando Palazzo Giustinani dove aveva presieduto i lavori del Consiglio nazionale del M5S. Al termine, di fronte ai giornalisti, ha ribadito la posizione dei grillini su un nuovo invio di armi in Ucraina.
Conte insiste sul dibattito in Parlamento
«L’Italia – ha detto – non deve più fornire armamenti. Ci sono state già tre forniture, e adesso occorre che l’Italia spinga, in prima linea non da sola ma con gli altri Paesi europei, per una soluzione negoziale a questa guerra. Se non diamo una sterzata, non imprimiamo noi una svolta, rischiamo di avere un conflitto che non so quanto durerà. Noi – ha aggiunto Conte – questo non possiamo permettercelo». La linea, insomma, non cambia: Draghi informi il Parlamento «sullo stato di evoluzione e sulle informazioni in suo possesso» e «ci ragguagli» su quale direzione agli eventi voglia imprimere il governo italiano. «Noi – anticipa Conte – siamo per una soluzione negoziale alla guerra».
Le contraddizioni di Giuseppi
L’ex-premier ha respinto al mittente l’accusa di voler mettere in difficoltà l’esecutivo e lo stesso Draghi. Al contrario, assicura, «voglio il confronto per rafforzare il suo mandato in tutti i consessi internazionali». Sarà. Di certo c’è che la posizione di Conte, che potrebbe apparire coerente e ragionevole, in realtà è molto confusa. Prova ne sia l’annunciata disponibilità a votare favorevolmente alla richiesta di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia. «Di fronte a Paesi che confinano con la Russia e chiedono di voler entrare nella Nato per aver una situazione più confortevole – ha detto -, non possiamo dire di no e quindi diciamo di sì». Un vero cortocircuito logico, se si pensa che Mosca giustifica l’invasione dell’Ucraina proprio per non lasciarla alla Nato.