Monkeypox, La Vecchia: chi ha fatto il vaccino contro il vaiolo è protetto dal contagio

20 Mag 2022 17:46 - di Redazione
vaiolo scimmie

“Chi è stato vaccinato contro il vaiolo umano, quindi in Italia i nati prima del 1974, dovrebbe essere più protetto” anche contro il vaiolo delle scimmie che si sta diffondendo in Europa, con casi segnalati in Usa, Canada e Australia.

La Vecchia: il 40% degli italiani sono protetti

Lo sostiene Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’università Statale di Milano. “Nel nostro Paese – stima – abbiamo circa il 40% della popolazione protetta“. Stesso concetto espresso anche da Matteo Bassetti: “Chi non ha fatto la vaccinazione contro il vaiolo non è coperto”. E ha anche pronosticato migliaia di casa nei prossimi giorni.

Malattia fastidiosa ma moderata

Per La Vecchia invece, a meno di sorprese, “l’impatto di salute pubblica non dovrebbe essere drammatico”, tanto più che il ‘monkeypox‘ è “un virus relativamente poco contagioso e che richiede stretti contatti personali per una trasmissione uomo-uomo”. Inoltre “non stiamo parlando di un virus nuovo – precisa La Vecchia – ma di un patogeno noto di cui conosciamo la malattia: fastidiosa, ma relativamente moderata”. A livello di sintomi, ricorda, si tratta in pratica di “una sindrome influenzale con dolori, mal di testa, un rush che parte dal viso e poi si estende al corpo”. Un quadro che “dura 2-3 settimane” e tende ad autolimitarsi.

Il virus si trasmette con molta difficoltà

Il virus può trasmettersi da uomo a uomo ma con molta difficoltà. Le infezioni avvengono prevalentemente per contatto incidentale con animali infetti o con persone che hanno soggiornato in zone a rischio. Il contagio avviene per contatto diretto con le lesioni, con i fluidi corporei (in particolare con i rapporti sessuali) e con gli indumenti contaminati. Il virus può essere trasmesso anche tramite droplets nella fase acuta ma con un contatto ravvicinato e prolungato.

L’andamento dei contagi si capirà da qui a domenica

Se anche fossimo di fronte a una nuova variante e ci fosse da sviluppare un vaccino più mirato di quello disponibile contro il vaiolo delle scimmie, “non sarebbe difficile – ragiona l’epidemiologo – Sarebbe un vaccino simile a quello del vaiolo. Certo, per farne milioni o miliardi di dosi ci vorrebbero comunque mesi. Non credo che si arrivi alla necessità di un vaccino di popolazione – aggiunge – ma se così fosse, si dovrebbero vaccinare probabilmente 30-35 milioni di italiani e ci vorrà del tempo”.

Per La Vecchia l’andamento dei contagi si capirà da qui a domenica. “E’ molto probabile che aumenteranno” nelle prossime ore. “Diciamo che, se entro domenica a livello nazionale saranno 10, o comunque non più di 20 – precisa l’esperto – non siamo di fronte a un’epidemia che dilaga. Se no”, se saranno di più o addirittura “più di 100, allora dovremo considerare più seriamente il problema”.

Oms Europa: la trasmissione è legata all’attività sessuale

Hans Kluge, direttore dell’Oms Europa, fa il punto e spiega che casi di vaiolo delle scimmie sono stati riportati, al momento, in almeno 8 Paesi in Europa: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. “Nella regione europea stiamo entrando nella stagione estiva, con raduni di massa, festival e feste: temo che la trasmissione possa accelerare, poiché i casi attualmente rilevati sono legati all’attività sessuale e i sintomi non sono familiari a molti”.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *