Mazzata su chi aveva creduto nei titoli di Stato italiani Btp Futura: perdite oltre il 20 per cento

23 Mag 2022 16:27 - di Paolo Lami
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Erano destinati alla ripartenza economica dell’Italia ma chi ha creduto in quei titoli di Stato italiani, i Btp Futura, ora si ritrova con una perdita del 20 per cento. Un disastro economico.

C’è anche il Btp Futura tra le principali vittime di quello che è già stato definito “l’anno nero” dell’obbligazionario.

I consulenti finanziari, in effetti, non ricordano anni peggiori di questo 2022 negli ultimi 45-50 anni. E gli effetti combinati di inflazione e rialzo dei tassi non fanno ben sperare per i prossimi mesi.

I tassi in risalita delle obbligazioni si stanno ripercuotendo sui titoli a lungo termine già sul mercato, con una discreta stangata sui prezzi.

Da gennaio, a livello globale, la perdita dell’indice aggregato dei Titoli di Stato è pari a circa il 7%.

Tra i Titoli di Stato italiani, uno dei salassi peggiori lo sta subendo chi ha comprato i Btp Futura emessi nel 2021, con perdite che superano il 20%.

Il bond governativo era rivolto proprio ai privati e all’investitore retail. Ed è stato pensato per finanziare i provvedimenti destinati alla ripartenza economica dell’Italia.

Garantisce cedole crescenti e un “premio fedeltà” a chi lo mantenga fino ai primi otto anni di vita oppure fino alla scadenza.

Il problema, però, è che il premio, però, è agganciato alla media del tasso di crescita del Pil italiano nel corso della vita del titolo.

E se, lo scorso anno, le prospettive per gli anni a venire sembravano rosee, quest’anno la guerra in Ucraina le ha rese molto più incerte, per non dire pessimistiche.

Ebbene, in questo scenario, le quotazioni del Btp Futura ne hanno risentito parecchio,

Il titolo con scadenza nell’aprile del 203 , ad esempio, oggi cede il 22% circa del suo valore.

In pratica, chi ha investito 20mila euro nell’obbligazione acquistandola all’emissione, oggi si trova con 15.506 euro nel portafoglio titoli.

Il Btp Futura emesso nel 2021 con scadenza nel 2033 ha perso invece oltre il 15% del suo valore.

Più contenuto il rosso per i titoli emessi nel 2020: il Btp Futura con scadenza nel 2028 si attesta su una perdita del 10% rispetto al prezzo di emissione.

Idem per quello con scadenza nel luglio 2030. Per chi l’ha comprato pensando a un investimento a lungo termine non ci saranno problemi perché alla scadenza l’importo sarà restituito in toto, compreso il suo premio, ma per chi avesse bisogno di venderlo sul mercato secondario la perdita sarebbe importante. Non sono in pochi a trovarsi in questa situazione.

Sommando i dati pubblicati dal Mef sui risultati delle quattro emissioni ‘Futura’, per un totale di oltre 20 miliardi di importo, si evince che sono stati chiusi in tutto oltre 522mila contratti di sottoscrizione.

Per la prima emissione di luglio 2020, con scadenza 14 luglio 2030, il taglio medio è stato di 35.179 euro.

Per la seconda emissione di novembre 2020, con scadenza nel 2028, la media è stata di circa 46mila euro; per la terza emissione (scadenza aprile 2037) sono stati investiti in media dagli italiani 41.400 euro.

Per l’ultima emissione (scadenza novembre 2033), che ha raccolto meno entusiasmi, il taglio medio è stato di 35.807 euro.

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