Mali, Giorgia Meloni: “grande apprensione per la famiglia Langone, rivolgo un pensiero ai loro cari”
Giorgia Meloni confida che “che le autorità italiane stiano già facendo il possibile per rintracciare i nostri connazionali” sequestrati in Mali”. E si augura che “pretendano massima collaborazione dalle istituzioni locali“.
Il presidente di Fratelli d’Italia ricorda, con un post su Facebook, che “sono giorni di grande apprensione per la vicenda della famiglia Langone, rapita in Mali. Rivolgo un pensiero ai loro cari in questo delicato momento”.
Chiede, intanto, riservatezza Daniele Langone, il figlio di Rocco Antonio Langone, 64 anni, e Maria Donata Caivano, 62 anni, rapiti ieri, assieme all’altro figlio, Giovanni Langone, 43 anni, in Mali da terroristi islamici del gruppo legato ad al Qaeda.
I genitori e il fratello sono nelle mani di un gruppo armato in Mali. E, dunque, sono ore di grande apprensione per l’altro figlio della coppia rapita ieri.
Il ragazzo, che vive da poco in un piccolo Comune in provincia di Lecco, anche se è cresciuto a Triuggio, preferisce per ora mantenere un profilo basso.
L’unico figlio della coppia che è rimasto in Italia non vuole parlare in questo momento e chiede – tramite le persone con cui è in contatto – “riservatezza” per sé e la sua famiglia.
Daniele Langone è atteso lunedì mattina in Farnesina – salvo cambi di programma – dove è previsto un incontro con chi si occupa del caso.
Da quanto trapela i genitori Rocco Antonio Langone e Maria Donata Caivano, entrambi originari del potentino, poco prima della pandemia avevano deciso di andare a trovare il figlio Giovanni, testimone di Geova, che da tempo vive in Mali.
Un viaggio che si è prolungato e che si è quasi trasformato in un cambio di vita. Ora i tre sono nelle mani presumibilmente da un gruppo Jihadista.
Quanto a Giovanni Langone, 43 anni il prossimo ottobre, rapito ieri in Mali insieme ai genitori Caivano, risulta residente a Lissone (Monza e Brianza) ma di fatto non vive in Italia da anni.
“Ho saputo la notizia dalla stampa – spiega all’Adnkronos il sindaco, Concettina Monguzzi – e risulta irreperibile, un dato che emerge dal censimento del 2011” e che di fatto ha comportato la ‘cancellazione’ dall’anagrafe nel 2013. Il primo cittadino non ha ricordi personali dell’uomo rapito. Ma “l’augurio è che questa brutta storia possa concludersi rapidamente e che queste persone vengano messe in salvo, e se lo desiderano possano far rientro in Italia“.
La famiglia rapita giovedì sera nel Mali è originaria di Ruoti, nel potentino, ma, da tempo, risiedeva in Lombardia, nella provincia di Monza Brianza.
Nel piccolo Comune lucano, di circa tremila abitanti, vive una sorella di Rocco, la signora Anna Maria. E c’è grande apprensione per i Langone Caivano.
‘La sorella è molto turbata, dal momento in cui ha saputo della notizia è in grande apprensione e comprensibilmente vuole essere lasciata tranquilla”, dice all’Adnkronos la sindaca di Ruoti, Anna Maria Scalise.
“La famiglia Langone – aggiunge – è originaria di Ruoti ma da tempo viveva in Lombardia dove risiede un altro loro figlio. Da circa cinque anni si era trasferita nel Mali per una loro scelta di vita”.