“Ho fatto un disastro”, così Rosa Fabbiano ha confessato l’omicidio dell’anziana madre
“Ho fatto un disastro, portami dai carabinieri”: così, con questa mezza ammissione alla sorella, per poi chiudersi nel silenzio, Rosa Fabbiano, la maggiore delle tre figlie dell’anziana Lucia Cipriano, 84 anni, trovata ieri morta e fatta a pezzi nella vasca da bagno della sua casa di Melzo, ha reagito, prima di essere fermata, con l’accusa di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, dai carabinieri della compagnia di Pioltello, chiamati da una delle due sorelle minori.
La donna, residente a Trento, non aveva notizie della madre, Lucia Cipriano, da un po’.
La sorella maggiore, l’unica ad accudire l’anziana madre e ad avere le chiavi di casa sua, le aveva detto di aver fatto ricoverare l’84enne in una Rsa, dopo che anche una badante, ingaggiata per prendersi cura dell’anziana, aveva rinunciato al lavoro, poiché la donna era malata e aveva episodi di demenza.
Anche i vicini, infatti, hanno riferito di averla più volte sentita urlare.
Da Trento ieri la donna ha deciso di andare a controllare di persona a Melzo le condizioni dell’anziana mamma.
Una volta arrivata nell’appartamento di Melzo, si è subito resa conto che qualcosa non andava. Le finestre erano aperte e quando ha chiesto di andare in bagno, la sorella glielo ha impedito prima di ammettere: “Ho fatto un disastro, portami dai carabinieri“.
A quel punto le due sorelle si mettono in macchina. Ma durante il tragitto verso la stazione carabinieri, Rosa Fabbiani si agita, urla, prova ad aprire la portiera dell’auto, che poi viene fermata.
La donna che ha ucciso la mamma scende e scappa disperata nei campi, forse con l’intento di farla finita.
A quel punto la sorella minore chiama i militari, che intervengono per strada e poi in casa dell’anziana, in via Boves, a Melzo. E lì fanno la macabra scoperta nella vasca da bagno.
Il cadavere dell’anziana di 84 anni è in un avanzato stato di decomposizione nella vasca da bagno.
Per smembrare in più pezzi il corpo della madre, la figlia – secondo gli investigatori – potrebbe aver utilizzato gli attrezzi presenti nell’abitazione della vittima, tra cui una sega, che è stata trovata in casa e sequestrata dai carabinieri.
Il cadavere era coperto con un telo di cellophane e sigillato con il nastro adesivo. È possibile che questa sia anche la tecnica adottata per l’omicidio dell’anziana madre.
Rosa Fabbiano, unica tra le tre figlie dell’84enne a occuparsi della madre, potrebbe averla accompagnata fino al bagno e poi averle coperto la bocca con il nastro adesivo, prima di sigillare la vasca con il telo, fino a provocare la morte della madre per asfissia.
Un’ipotesi che andrà comunque confermata dai successivi esami medico legali.
La 58enne, operaia in un maglificio della zona, si chiude in un totale silenzio. Non dirà più nulla, nemmeno durante l’interrogatorio del pm. Che decide di disporre il fermo. Rosa Fabbiano si trova ora nel carcere di San Vittore.
Da chiarire ancora il movente che l’avrebbe spinta a uccidere la madre pensionata. I carabinieri stanno controllando i conti correnti dell’anziana, che versava in modeste condizioni economiche, e forse uccisa per il carico eccessivo che comportava il suo accudimento per la 58enne, che doveva prendersi cura anche del marito disabile, da cui ha due figli.