Gas russo, Cingolani: prima del 2024 non siamo pronti, se Mosca lo sospende è un problema

3 Mag 2022 11:02 - di Paolo Lami
caro energia

Le smargiassate di Draghi e Letta sul gas russo si infrangono miseramente di fronte alle parole del ministro Roberto Cingolani. Che in un’intervista a Repubblica ammette quello che tutti gli italiani hanno capito: prima dell’inverno 2024 l’Italia non è pronta a rendersi autonoma sul fronte energetico. E se fra un mese la Russia decidesse di bloccare l’erogazione di gas all’Italia, il prossimo inverno sarebbe un bel problema.

Insomma non bastano i viaggetti turistici di Di Maio e Draghi in Tunisia a questuare un po’ di gas, non sono sufficienti le rassicurazioni trombonesche dell’esecutivo né la rinuncia degli italiani al condizionatore. E né, tantomeno, basta mandare al massimo le care vecchie centrali a carbone con grande scorno delle Grete di turno. Pure le vaghe promesse di Biden restano tali, slogan tristi e inattuati.

Ci vuole un’idea. Ma né Draghi, né Letta né tantomeno Conte, hanno un’idea concreta da tirare fuori dal cilindro.

È questa la semplice, disarmante, imbarazzante verità che cercano di nascondere, con penosi giri di parole, agli italiani. I quali hanno perfettamente compreso che il problema non è neanche quello di stare vestiti e intabarrati in casa con dieci coperte, ma sono le aziende, le industrie, la spina dorsale dell’economia italiana che collasseranno se questi scappati di casa del governo Draghi, il cosiddetto statista, non trovano una soluzione vera e subito. Non le chiacchiere a ruota libera.

Abbiamo fatto tutte le simulazioni per capire come i nuovi contributi di gas, gas liquefatto e i risparmi ci possono far arrivare al prossimo inverno e a quello successivo”, rivela a Repubblica il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani cercando di far credere agli italiani che il governo ha una qualche strategia concreta, una soluzione a portata di mano per sostituire il gas russo.

Stiamo facendo gli stoccaggi per avere le scorte, ma tutto dipenderà da se e quando sarà sospesa la fornitura russa – ammette alla fine uno sconsolato Cingolani svelando l’inadeguatezza del governo Draghi. – Se fosse sospesa tra un mese il prossimo inverno sarebbe complicato da gestire. Se invece fosse sospesa a fine anno potremmo andare avanti abbastanza tranquillamente”.

Entro la seconda metà del 2024 dovremmo essere autonomi, potremmo fare a meno di importare gas russo“, sostiene Cingolani usando il dubitativo.

L’elenco della serva è presto fatto: “Il primo è aumentare il gas che arriva in Italia attraverso i gasdotti: per esempio solo dall’Algeria nell’arco di tre anni ci sarà un aumento del gas importato di 9 miliardi di metri cubi”. Una goccia nel mare.

“Poi – dice ancora il ministro della Transizione ecologica – puntiamo sull’aumento del gas liquefatto che arriva da noi via nave: grazie agli accordi con Algeria, Angola, Congo, Qatar il gas liquefatto importato aumenterà di 1,5 miliardi di metri cubi quest’anno per arrivare a regime, nella seconda metà del 2024, a 12,7 miliardi di metri cubi“.

Quello che però non si dice è che all’Italia mancano le navi per rigasificare il gas liquefatto. E che il costo è molto più alto. Non solo.

Il Qatar che, secondo Draghi, Letta e Conte, dovrebbe fornirci il gas è in fondo alla scala per i diritti umani, altroché Putin.

Il sistema islamico che usa prevede le frustate e le pene corporali e in Qatar vige la legge della Shaira così come è in vigore la pena di morte per “reati” come l’omosessualità è l’apostasia, cioè la scelta di un’altra religione, come può essere il cristianesimo.

Inoltre, per compensare lo stop all’import di gas russo, “la strategia prevede – continua Cingolani sciorinando il suo fantasioso elenco della spesa che fa disinvoltamente lo slalom fra diritti civili negati e castelli in aria – anche un piano di risparmi. Che riguarda le rinnovabili, la cui crescita è impetuosa è che ci consentiranno di risparmiare 7 miliardi di metri cubi di gas al 2025”.

Cingolani finge di non sapere che, allo stato attuale, le rinnovabili non possono, in nessun caso, sostituire il gas russo in queste condizioni.

“Poi ci sono altre misure di risparmio – dice ancora il ministro, – come il controllo delle temperature domestiche o lo sviluppo di biocarburanti, che ci permettono di tagliare 2,5 miliardi di metri cubi quest’anno e arrivare a oltre 10 miliardi nel 2025”. Che non è proprio dietro l’angolo. E in mezzo ci sono 4 inverni.

“Insomma – conclude soddisfatto Cingolani –  combinando i tre approcci, più gas, più gnl, più rinnovabili e risparmio, raggiungeremo i 29 miliardi di metri cubi nella seconda metà del 2024“. Numeri al Lotto da giocarsi sulla ruota di Roma. Se si vince, la bolletta è salva.

 

 

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