Famiglia italiana di testimoni di Geova rapita in Mali da un commando di terroristi islamici
Sono stati prelevati da un commando composto da quattro uomini arrivato a bordo di una Toyota nel villaggio di Sicnina, nella regione di Sikasso, tre italiani, marito, moglie e il loro figlio – una famiglia di Testimoni di Geova – rapiti in Mali.
Dietro il rapimento potrebbero esserci i terroristi qaedisti del Jnim, acronimo per Gruppo d’appoggio all’Islam e ai musulmani.
Lo rivelano all’Adnkronos fonti informate, sottolineando come la zona in cui si trovavano, al confine con il Burkina Faso, è un’area dove è fortissima la presenza di jihadisti.
I tre si trovavano a Sincina, nella regione di Sikasso, circa 270 chilometri a sudest di Bamako e durante il blitz non sarebbe stato aperto il fuoco.
La famiglia rapita vivevano in Mali con un gruppo di testimoni di Geova, da diversi anni.
I connazionali non erano neanche registrati all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. E molto probabilmente, secondo le fonti, si sentivano al sicuro nonostante risiedessero in un’area del Mali molto pericolosa e nonostante usassero nomi locali.
Nel 2021 il Mail ha registrato il numero più alto di attacchi terroristici e di morti dal 2011. Lo riferisce il Global terrorism index 2022, pubblicato in questi giorni dall’Institute for Economics and Peace.
Gli attacchi e le morti per terrorismo in Mali sono aumentati rispettivamente del 56% e del 46% rispetto all’anno precedente, si legge nel rapporto.
Si tratta del più grande aumento da un anno all’altro dal 2017 ed è una conferma della tendenza al rialzo iniziata con la dichiarazione dello stato di emergenza nel 2015 sulla scia dell’attacco jihadista al Radisson Blu Hotel di Bamako.