Boldrini: il gender è uno spauracchio inventato dalle destre. No, è un pensiero contro le donne
Per Laura Boldrini, l’ideologia gender non esiste. “Ma cosa è ‘l’ideologia gender’ chiamata in causa dagli oscurantisti della destra? – scrive sui social la parlamentare Pd ed ex presidente della Camera – Solo uno spauracchio inventato per non fare formazione ai giovani contro l’omofobia. Scandalosa è la discriminazione, non la sensibilizzazione dei giovani volta a combatterla”. Boldrini commenta così le polemiche della destra sulla circolare del ministero dell’Istruzione inviata alle scuole per “creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Tutto ciò in occasione della giornata contro l’omotransfobia il prossimo 17 maggio.
Proprio il tema delle teorie gender nelle scuole, come si ricorderà, era uno dei punti controversi del ddl Zan. Il centrodestra riteneva che istituire nelle scuole una giornata contro l’omotransfobia offrisse l’opportunità per indottrinare gli studenti su temi delicati come la sessualità e l’identità di genere. Ed ecco che il ministero, in assenza della legge Zan che non è stata approvata, istituisce lo stesso iniziative di questo tipo. Di qui la protesta in particolare di Fratelli d’Italia, che ha parlato di circolare inaccettabile da parte del ministro dell’Istruzione e che ha invitato Bianchi a ritirare le istruzioni alle scuole.
Dire però che le teorie gender non esistono e che rappresentano solo uno spauracchio è una affermazione fatta in malafede. Queste riflessioni sul genere risalgono agli anni Novanta e si devono principalmente alla filosofa Judith Butler. Secondo la quale c’è una moltitudine aperta di generi che non sono vincolati alla distinzione biologica tra donne e uomini. Il sesso per Butler non è un fatto anatomico, ma creato dalla parola. Alla Boldrini non può certo sfuggire la portata rivoluzionaria di questo pensiero che nulla ha a che fare con i diritti ma che mira in definitiva a cancellare le identità maschile e femminile. E rappresenta inoltre una offensiva culturale contro la maternità, ultimo presidio identitario su cui si basa la famiglia. Non a caso sono proprio le femministe, come Joanne Rowling, a contestare questa involuzione del pensiero che nega l’importanza del sesso biologico per la donna.