Berlusconi per la prima volta nel mirino dei suoi: tra i forzisti la parola “scissione” non è più tabù

19 Mag 2022 10:25 - di Valerio Falerni
Berlusconi

È la dinamica tipica di ogni crisi destinata a precipitare nel caos: i nodi arrivano al pettine tutti insieme sommandosi gli uni agli altri. Fino a formarne uno solo, gigantesco ed inestricabile. È la fotografia di Forza Italia, dove si stanno slatentizzando tutte le tensioni accumulate dall’inizio della legislatura. Cosicché tutto viene inquadrato e illuminato alla luce del sospetto. Perché Berlusconi ha giustificato Putin? Per saldare la sua alleanza con Salvini, da lui salutato come «unico leader»? E se fosse proprio in ossequio alla comune amicizia con lo Zar che nel 2018 il Cavaliere “acconsentì” la nascita del Conte 1 a trazione gialloverde? Interrogativi e dubbi che affollano soprattutto la testa dei governativi di Forza Italia, i Brunetta, le Gelmini e le Carfagna. Tre nomi destinati a loro volta a generare punti di domanda altrettanto inquietanti tra i loro nemici interni.

Berlusconi accusato di filo-putinismo

Perché accettarono l’incarico di ministro senza la benedizione del Capo? Forse perché, più che berlusconiani, sono ormai draghiani? E questo per tacere dei dubbi minori, dei rancori sopiti o dei propositi di vendetta coltivati sotto traccia. I boatos interni indicano Elisabetta Alberti Casellati come un deposito di ruggine. Ce l’ha con tutti, o quasi, per il flop alle elezioni per il Quirinale. E certo non è stato un segnale distensivo il mancato invito da parte della Carfagna al recente meeting di Sorrento. E meno male che le donne in politica avrebbero dovuto ridurre il tasso di rivalità. Eppure il derby tra la ministra del Sud e la presidente del Senato è poca cosa rispetto a quello tra Maria Stella Gelmini e Licia Ronzulli. Per vendicarsi della nomina di quest’ultima a segretario regionale della Lombardia, prima ricoperto dal fedelissimo Salini, la ministra per i rapporti con le Regioni ha investito Berlusconi con la forza di un tornado.

Domani e sabato convention a Napoli

È stata lei a creare il cortocircuito mediatico sull’affievolito atlantismo di Forza Italia. Per ribadirlo anche dopo la smentita di Berlusconi. Che non a caso le “voci di dentro” descrivono come infuriato contro la capodelegazione  al governo. «Il suo incarico è il più prestigioso dopo quello del Presidente», sottolinea non senza perfidia Antonio Tajani. Il problema è come evitare che la polveriera “azzurra” esploda. Ma trovarvi un rimedio non è semplice. La lista unitaria con Salvini non piace ai governisti, ma nemmeno una coalizione a trazione Meloni esalta i berlusconiani. Si fa strada perciò il convincimento che solo un sano e consapevole proporzionale può salvare Forza Italia dallo stress e dalla scissione. Nel frattempo, domina il paradosso. Domani a Napoli ci saranno tutti tranne Carfagna, la ministra del Sud, non invitata. E sabato arriverà Berlusconi tra applausi scroscianti, come sempre sotto il Vesuvio. E proprio come se niente fosse…

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