Allerta vaiolo delle scimmie, primo caso anche in Emilia Romagna. Il paziente contagiato in Spagna

26 Mag 2022 18:56 - di Prisca Righetti
vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie continua la sua lenta corsa al contagio. Dopo Roma e Arezzo. E mentre spunta un caso a Verona e salgono a tre le infezioni registrate in Lombardia, anche l’Emilia Romagna segnala un nuovo caso riscontrato in regione.  Si tratta della prima infezione e riguarda un uomo, attualmente ricoverato all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove il paziente è in isolamento, in buone condizioni di salute, come confermano fonti locali.

Vaiolo delle scimmie: primo caso in Emilia Romagna

Il paziente che ha contratto quello che i sanitari del posto hanno diagnosticato come il primo caso di vaiolo delle scimmie riscontrato in Emilia Romagna riguarda «un cittadino cileno trentacinquenne, presentatosi ieri pomeriggio al Pronto soccorso del Policlinico di Sant’Orsola» di Bologna, riferisce la Regione in una nota. «L’uomo – spiega il comunicato e riporta l’Adnkronosha alloggiato a Madrid all’inizio di maggio». E «con ogni probabilità è lì che si sarebbe contagiato. A metterlo in allerta, infatti, avrebbe contribuito anche la notizia che proprio in un locale in cui l’uomo era stato erano stati segnalati più casi positivi. Pertanto, successivamente le autorità locali hanno chiuso per questo motivo il locale». Una certezza che deriva anche dal fatto che il numero più elevato di casi in Ue si concentra proprio in Spagna. Oltre che in Portogallo (rispettivamente 51 e 37 i casi inseriti nel conteggio Ecdc).

Il paziente è in buone condizioni, ricoverato in isolamento

Non solo. Sempre secondo quanto riferiscono fonti locali, prima di arrivare in Italia, lo scorso 24 maggio, il paziente «ha viaggiato anche in Germania». Al rientro, poi, i sintomi dell’infezione hanno indotto il 35enne a sottoporsi a una visita. Durante la quale – prosegue la nota della Regione – il paziente ha mostrato di essere in buone condizioni di salute. Presentando un numero limitato di vescicole cutanee, alcune delle quali sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi». Come prevede il protocollo medico in questi specifici casi, quindi, l’uomo è stato sottoposto al tampone. Un test attraverso il quale «si analizza un campione del liquido contenuto in una vescicola». Così, lo screening virologico effettuato dal Crrem – il Laboratorio di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche del Policlinico di Sant’Orsola – ha confermato l’ipotesi clinica: «Il paziente è risultato positivo al Mpxv, il Monkeypox virus». Motivo per cui, in questo momento, è ricoverato in isolamento nel reparto di Malattie infettive del Sant’Orsola.

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