Al concorso per insegnanti una prova sulla «razza europea». E subito il colpevole diventa la destra

30 Mag 2022 13:53 - di Gigliola Bardi
razza europea

Ha suscitato uno sdegno unanime e qualche scivolone mediatico la notizia della richiesta a un candidato al concorso a cattedra per le scuole secondarie di svolgere una lezione sulla «razza europea». A denunciare l’accaduto è stato il docente di Pedagogia all’Università dell’Aquila, Alessandro Vaccarelli, che sulla sua pagina Facebook ha postato la foto del documento sul «sorteggio dell’argomento per la prova orale».

«Razza europea? Ma siamo impazziti?»

Vi si legge che per il candidato – il cui nome Vaccarelli ha opportunamente cancellato – «è stata sorteggiata la traccia» che ha per «testo dell’argomento da discutere: la razza europea». «Non è Lercio. Si tratta di una prova (orale) per il concorso a cattedre per la scuola secondaria (Italiano, storia, geografia). E non è nemmeno una prova del 1938. La razza europea. La razza europea? Cioè? Come si potrebbe articolare una lezione sulla “razza europea”? Razza ariana? Ma siamo impazziti?», ha scritto Vaccarelli, che è stato poi costretto anche a precisare «dopo vari fraintendimenti», che l’episodio «non si riferisce a una commissione abruzzese».

Lo scivolone mediatico di chi ha accusato l’Abruzzo

«Hanno aggiunto un dato assolutamente falso», ha chiarito Vaccarelli, comunque dando conto delle rapide correzioni dopo la richiesta di rettifica, inviata tra gli altri a Open, da parte dell’ufficio scolastico regionale abruzzese, che ha chiarito come la vicenda non riguardi in alcun modo le Commissioni della propria regione. Non è chiaro se l’equivoco sia stato indotto dal fatto che Vaccarelli insegna all’Aquila o dal riflesso pavloviano per cui un episodio del genere non poteva verificarsi che in una regione amministrata dal centrodestra. Ma tant’è, lo scivolone c’è stato, anche se poi è stato corretto.

La richiesta al ministro Bianchi di intervenire

Sui social, invece, a catalizzare l’attenzione è stata la questione in sé, ovvero dall’utilizzo di quell’espressione che ha portato molti a parlare di «vergogna», «orrore», «schifo», vicenda «incommentabile». E in molti chiedono l’intervento del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Richiesta avanzata anche dal leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, senza però che allo stato attuale da Viale Trastevere sia arrivata alcuna spiegazione.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *