Strage di Bologna, ergastolo al pregiudicato Paolo Bellini. E lui: nessuna prova, quel giorno non ero lì
Ergastolo per il pregiudicato Paolo Bellini che i magistrati felsinei ritengono essere il quinto esecutore della strage di Bologna. Lo ha deciso la Corte di Assise di Bologna entrata in Camera di Consiglio stamattina dalle 10,30, dopo 76 udienze.
Bellini, che la magistratura bolognese qualifica come ex-Avanguardia Nazionale (ma i fondatori di Avanguardia hanno sempre smentito con decisione), era accusato di concorso in strage con Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, ed è imputato insieme all’ex-capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, (accusato di depistaggio) e a Domenico Catracchia, l’amministratore di condominio di via Gradoli a Roma, dove, in tempi molto diversi, hanno abitato sia i brigatisti rossi che i Nar, responsabile secondo gli inquirenti di false informazioni al pm.
“Mi aspetto la verità, non ero a Bologna il 2 agosto 1980, la signora Bonini può dire quello che vuole. Quel signore non sono io, ha una deformazione fisica che non ho“, aveva detto prima della sentenza Bellini rigettando le accuse, parlando con l’Adnkronos. “Sono 40 anni che i giornalisti mi massacrano, ho subito attacchi incredibili contro la mia persona – aveva aggiunto Bellini. – Capo dei servizi segreti di chi? Cosa? Quando tornavo dal Sud America qui, quelli che dicevano che conoscevo andavano lì. Quando li avrei incontrati? Le prove ci vogliono, non chiacchiere, non illusioni. Credo nei magistrati, ma non in quelli inquirenti, non hanno sentito l’esigenza di farmi una domanda, una sola. E lo so perché, lo sanno anche loro; perché gli avrei smontato tutto in cinque minuti, con dati di fatto“. Oltre a comminare l’ergastolo a Bellini, i giudici bolognesi hanno condannato l’ex-carabiniere Segatel a 6 anni e l’ex-amministratore di via Gradoli, Domenico Catracchia a 4 anni.