L’Ucraina chiede forniture di fiale di atropina per difendersi dagli attacchi chimici

9 Apr 2022 10:02 - di Paolo Lami

L’Ucraina ha diramato una richiesta internazionale per la fornitura di fiale di atropina, un broncodilatatore tipicamente utilizzato contro l’intossicazione da gas nervini e per difendersi, quindi, dagli attacchi chimici.

Lo ha rivelato l’organizzazione umanitaria Direct Relief. Che fatto sapere di aver risposto a una richiesta del ministero della Salute di Kiev per circa 220.000 fiale del farmaco.

L’atropina può, come detto, essere utilizzato per attenuare gli effetti delle armi chimiche.

Direct Relief – scrive il Wall Street Journal – sta inviando questo farmaco nella speranza che non si verifichi mai un attacco che ne richieda l’uso”, ha detto Alycia Clark dell’organizzazione umanitaria.

Nel 2017, si legge, Direct Relief aveva fatto lo stesso per gli operatori sanitari in Siria.

C’è da ricordare, tuttavia, che, mentre non risulta, al momento, l’evenienza di un attacco chimico da parte dei russi, vi è la certezza che gli Usa hanno sviluppato sul territorio ucraino di una serie di laboratori che potrebbero essere utilizzati per attacchi batteriologici.

Lo ha confermato esattamente un mese fa, l’8 marzo scorso, il sottosegretario di Stato americano per gli affari politici, Victoria Nuland, che era stata chiamata a testimoniare in audizione davanti al Comitato per le Relazioni Estere del Senato sull’invasione della Russia in Ucraina.

Inizialmente gli Usa avevano negato più volte la circostanza che esistevano sul territorio ucraino laboratori  di ricerca biologici come, invece, sosteneva Mosca. Che non solo li aveva identificati uno per uno ma aveva anche mostrato una lettera del ministero della Sanità ucraino che dava l’ordine di distruggerli.

Poi, successivamente, incalzata dal senatore repubblicano della Florida Marco Rubio, la Nuland aveva ammesso: «ci sono strutture di ricerca biologica in Ucraina, infatti ora siamo piuttosto preoccupati che l’esercito russo possa cercare di prenderne il controllo. Stiamo lavorando con gli ucraini su come possono impedire che uno qualsiasi di quei materiali di ricerca cada nelle mani delle forze russe se dovessero avvicinarsi».

Parole che avevano fornito l’occasione alla Russia per accusare gli Stati Uniti di portare avanti programmi di sviluppo di armi biologiche in Ucraina.

«In questi giorni, i nostri timori di lunga data, che abbiamo espresso ripetutamente e non si tratta del primo anno, sono stati confermati – aveva detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un briefing – in merito allo sviluppo da parte degli Stati Uniti sul territorio dell’Ucraina di materiali biologici per scopi militari sotto gli auspici delle autorità competenti Servizi speciali statunitensi».

«Ciò è stato confermato, non solo dai materiali e dai dati ottenuti operativamente sul territorio dell’Ucraina, non solo dalle dichiarazioni dei dipartimenti competenti di Kiev, ma anche anche direttamente a Washington durante il discorso della sottosegretaria di Stato Usa, Victoria Nuland».

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