I giudici britannici autorizzano l’estradizione di Julian Assange. Ora decide il ministro dell’Interno

20 Apr 2022 19:01 - di Paolo Lami
Julian Assange

Ci sono voluti appena 7 minuti alla magistratura britannica per autorizzare formalmente  l’estradizione del fondatore di Wikileaks, Julian Assange negli Stati Uniti.

Ora il dossier verrà inviato alla ministra dell’Interno, Priti Patel, alla quale spetta l’ultima decisione e la firma dell’ordine di estradizione di Assange che, negli Stati Uniti, è accusato di diversi crimini, tra i quali lo spionaggio, per aver pubblicato migliaia di documenti segreti sulle guerra in Iraq ed in Afghanistan nel 2010.

“E’ mio dovere inviare il caso per la decisione” del governo, ha detto il giudice capo della Westminster Magistrates’ Court, Paul Goldspring, durante l’udienza che faceva seguito a quella con cui lo scorso marzo era stato negato l’appello alla decisione favorevole all’estradizione di Assange.

Assange non era in aula, ma era collegato in video link dalla prigione di Belmarsh. E fuori dal Tribunale si erano raccolti diversi manifestanti con cartelli con la scritta “non estradate Assange“.

Assange è rinchiuso nella prigione di Londra dal 2019, dopo essere stato rifugiato per sette anni nell’ambasciata dell’Ecuador per sfuggire all’arresto ed al processo di estradizione.

Ma anche un’eventuale firma da parte di Patel dell’estradizione di Assange non metterebbe definitivamente la parola fine alla lunghissima battaglia legale del 50enne fondatore di Wikileaks. Che, alla fine di marzo, si è sposato in carcere con Stella Morris, uno dei suoi avvocati con la quale ha avuto in questi anni due figli.

Di fronte all’ordine di estradizione firmato dal governo, Assange potrebbe ancora presentare un ricorso, richiedendo una revisione da parte di un giudice della legittimità della decisione presa.

Dal canto loro gli avvocati di Julian Assange annunciano che presenteranno alla ministra dell’Interno, Priti Patel che ora dovrà decidere se firmare l’ordine di estradizione negli Stati Uniti per il fondatore di Wikileaks, “nuovi sviluppi” sul caso.

Lo ha detto l’avvocato Mark Summers dopo l’udienza in cui il giudice di Westminster ha emesso l’ordine di estradizione da inviare all’attenzione dell’esponente del governo britannico.

Un’udienza che Summers ha definito “un momento breve ma significativo del caso”, precisando che a Patel verranno inviati “importanti elementi” riguardanti la possibile sentenza e le condizioni di detenzione a cui Assange andrebbe incontro se estradato negli Usa.

“L’estradizione di Assange – avverte Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International – avrebbe conseguenze devastanti per la libertà di stampa e per l’opinione pubblica, che ha il diritto di sapere cosa fanno i governi in suo nome. Diffondere notizie di pubblico interesse è una pietra angolare della libertà di stampa. Estradare Assange ed esporlo ad accuse di spionaggio per aver pubblicato informazioni riservate rappresenterebbe un pericoloso precedente e costringerebbe i giornalisti di ogni parte del mondo a guardarsi le spalle”.

“Il Regno Unito è obbligato a non trasferire alcuna persona in un luogo in cui la sua vita o la sua salute sarebbero in pericolo. Il governo di Londra non deve venir meno a questa responsabilità. Gli Usa hanno palesemente dichiarato che cambieranno le condizioni di detenzione di Assange quando lo riterranno opportuno. Questa ammissione rischia fortemente di procurare ad Assange danni irreversibili al suo benessere fisico e psicologico“, ha aggiunto Callamard.

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