Giuli elogia lo “strappo” di Giorgia Meloni: il saluto romano è antistorico, lei meglio di Fini

30 Apr 2022 15:52 - di Adele Sirocchi
Meloni saluto romano

Non ha tutti i torti Giorgia Meloni quando si ritrova tra i piedi l’ingombrante domanda sul fascismo di cui lei vorrebbe liberarsi. Ma per gli avversari quella resta la domanda delle domande come se nulla fosse accaduto, prima di Fratelli d’Italia. Come se non ci fosse stato il congresso di Fiuggi tra il “non restaurare non rinnegare” dell’antico Msi e la frase di Giorgia Meloni sui saluti romani per Ramelli: sono gesti antistorici.

Per il dem Orfini è troppo poco dire che quel saluto è “antistorico”

Per alcuni quella frase è troppo, per altri (leggi il dem Matteo Orfini) è troppo poco. Ma l’attenzione si concentra sempre lì, sul torcicollo, anche se FdI presenta a Milano un programma di governo su cui si potrebbe dibattere per settimane e mesi.  Lo nota, e lo annota, Alessandro Giuli su Libero sottolineando l’importanza dello “strappo” della Meloni. Sono argomenti cari a Giuli, che contro la svolta di Fiuggi scrisse il pamphlet “Il passo delle oche“, molto critico con Alleanza nazionale. Oggi invece Giuli apprezza.

Giuli: Meloni dice a tutti che il fascismo è consegnato alla storia

“Qui, a Milano, città medaglia d’oro della resistenza capace però di piangere un ragazzino neofascista sprangato a morte – scrive Giuli – i Fratelli d’Italia sanciscono un punto di non ritorno pubblico e lo fanno nel primo giorno della loro Conferenza programmatica carica di aspettative simboliche oltreché politiche. Che cosa abbia voluto dire, Giorgia, al mondo esterno, è sin troppo chiaro: smettetela di scrutarci dal buco della serratura mediatico in cerca di scappatelle in camicia nera, poiché non troverete nulla che ci riguardi o che non sia già stato estromesso dal nostro perimetro ideale di destra matura e conservatrice”, E non basta, perché  “altrettanto interessante è il segnale mandato a uso interno, laddove per anni si è chiuso almeno un occhio quando in gioco c’è la liturgia di una memoria che per taluni porta con sé un’ombra catacombale ma ancora oggi nel cuore della destra in grisaglia evoca un luttuoso e indelebile dolore”.

Giuli: per Meloni il fascismo è morto e sepolto

E qual è il messaggio ad uso interno? “Giorgia ha confermato a tutti che per lei non soltanto il fascismo è “antistorico” poiché morto, sepolto e in via di storicizzazione da parte degli accademici addetti ai lavori; ha aggiunto che pure il rigido segnacolo del neofascismo, aggressivo o consolatorio che sia, è materia per libri di storia di cui la sua cultura di governo può e deve fare a meno. Se ci pensiamo bene, era più facile cavarsela echeggiando Gianfranco Fini con la sua frase sul “male assoluto”, peraltro diretta soltanto contro le leggi razziali”. Come dire: lei ha fatto di più. E meglio.

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