Galli, “galletto” in tv, “pavone” nel suo libro: si autocelebra tra nostalgie comuniste e risse sullo schermo

15 Apr 2022 10:33 - di Giulia Melodia
Galli

Massimo Galli si eleva sul piedistallo editoriale e consegna alle stampe, per i tipi della Vallecchi, il suo tributo letterario alla Nazione, intitolato Gallipedia. Un titolo “sobrio”, come è facile intuire, vergato in collaborazione con Lorella Bertoglio: collaboratrice del Professore a cui l’autore, nonostante s’illumini d’immenso ad ogni passo, riconosce il merito della “pensata” e la scelta individuata per etichettarla. «L’ho trovato divertente e anche un po’ autoironico. Del resto, paideia in greco antico significava educazione, formazione» e Galli, in camice e cravatta – come non manca di sottolineare nel “sacro testo” – ne ha svezzati di giovani e indottrinate di masse…

Galli sul piedistallo editoriale

Un’impresa, quella editoriale del virologo con l’eskimo – anche se «quel tipo di indumento non l’ho mai portato» tiene sempre a precisare – in cui la virostar . ci si chiederà – discetta sul Covid? Beh, sul Covid: su lui e il virus. Sul medico alle prese con il contagio: contratto durante una cena festiva tra pochi intimi. La malattia e la discussa possibilità quasi “esclusiva” di curarla con i monoclonali: a Galli fu somministrato – su insistenza dei colleghi – il Sotrovimab. «Ma – apriti o cielo – i soliti noti si sono scatenati accusandomi di ricevere trattamenti privilegiati», si lagna il luminare rispolverando l’accaduto. Uno dei diversi rimandi a polemiche e dissapori che anima un contenzioso che, grazia e Gallipedia, scopriamo concentrarsi soprattutto su un rivale tv: Fabrizio Pregliasco. Ma non in una disputa che ci aspetteremmo: su pandemia e virus, terapie e ricerca. No: sulle cravatte…

Il prof si autoincensa (a partire dal titolo) con “Gallipedia”

Che se il collega ha bocciato sin dai primi giorni della pandemia (perché «raccoglie germi ed è vettore di possibili infezioni»), il prof eleva a iconico vezzo della sua eclettica personalità. Quella di un prof che sale in cattedra, ma discetta e litiga più che altro dal pulpito televisivo. Dell’uomo di scienza che fornisce le istruzioni per l’uso preventivo di misure e restrizioni anti-contagio in ambito conviviale, ma poi si ammala a una cena tra amici durante festività contingentate per tutti. Tipica di una persona tutta d’un pezzo, che dichiara di poter resistere – Oscar Wilde diceva – a tutto meno che alle tentazioni. E a quella per l’accessorio maschile da sempre in voga poi, meno che mai: «Ebbene sì, lo confesso. Ho da sempre un debole per le cravatte». «Da ragazzo la mettevo anche alle riunioni del Movimento studentesco», scrive nel suo libro l’autocelebrante autore…

Dal Galli “rivoluzionario” al Galli seduttore “fashion victim” per le cravatte

Di cui tra l’altro, sempre dalle sue parole, apprendiamo una vena da gagà non proprio insospettabile comunque: Grazie a Gallipedia, ad esempio – e ancora di più da un servizio de La Verità che nel presentarlo, ne elenca e sottolinea vezzi e pecche – scopriamo che la virostar Massimo Galli ha un «fan club femminile» molto focoso. «L’uomo ideale delle mie coetanee? Quando me l’hanno detto ci ho riso sopra per mezz’ ora», si intimidisce. «Ma non è necessario mettermi sotto tortura per farmi ammettere che la cosa. Vera o fantasiosa che sia, mi diverte molto», aggiunge a stretto giro. D’altro canto, ammette Galli stesso, la rivelazione di vizi privati e pub: la cosa lo «aiuta a far emergere quella parte più allegra e anche un po’ gigiona del mio carattere che è stata sommersa, in questi anni, dalla tetraggine della situazione e del ruolo che mi è toccato».

Nostalgie comuniste…

E allora, meglio tornare ai fasti giovanili. A quel passato militante che non manca mai di menzionare e celebrare. Perché, come non manca di evidenziare La Verità: «Quelli della militanza rossa, per Galli, furono anni formidabili». Rimembrati a suon di nostalgie e rimpianti: «Ricordo di aver studiato molto. Rimandando gli esami che avrei dovuto sostenere in quel periodo. E di essere andato in giro per l’Italia con Mario Capanna, il leader del Movimento, a parlare in assemblee popolari, anche in aree ritenute a rischio ecologico. Per me ragazzino, una grande scuola per sviluppare le capacità oratorie». Enfasi e retorica inondano Gallipedia, nelle cui pagine, tra le incursioni nel mondo di “Galli seduttore” e del suo alter ego “accademico”. Tra un Galli giovane intellettuale e attivista comunista e uno “rivoluzionario”, spunta anche  l’animo dell'”oratore”.

E risse tv di ultima generazione

Che parlando a se stesso e di se stesso, dice anche: «Per quanto mi chiami Galli, non sono mai stato a mio agio nel pollaio dei talk show». Ubi maior, minor cessat, dicevano i latini: e dal momento che, il prof dice che le tv lo ospitavano perché faceva crescere gli ascolti («Mi è stato più volte dichiarato apertis verbis che la mia presenza in trasmissione era richiesta proprio per quel motivo»), ha ceduto. Alla tentazione dello specchio televisivo e a quella della rissa con chi osava addirittura contraddirlo. Si permettevano persino di contraddirlo. Persino Pregliasco… Finanche sulle cravatte…

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *