Ecco i volti dei presunti assassini di Giulio Regeni. Uno di loro è stato anche promosso generale…

13 Apr 2022 17:34 - di Robert Perdicchi

Spuntano le foto dei presunti assassini di Giulio Regeni e spunta anche la beffa. Tra loro, il colonnello Uhsam Helmi, uno dei quattro 007 egiziani imputati a Roma nel procedimento per il sequestro e l’uccisione di Giulio Regeni, potrebbe “essere stato promosso al grado di Generale di Brigata”. E’ quanto emerge dall’informativa dei carabinieri del Ros acquisita agli atti nel corso dell’udienza preliminare di lunedì scorso, risolta con l’ennesimo nulla di fatto per la totale assenza di collaborazione da parte delle autorità del Cairo sul caso del ricercatore friulano, rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Gli investigatori sono infatti risaliti a una foto sul web in cui Helmi indossa una “giubba bianca di una uniforme militare alla quale sono apposti i gradi di Generale di Brigata”. In particolare, Helmi, che sarebbe impiegato presso ‘i passaporti e l’immigrazione’, avrebbe “avuto a che fare con la Suez Canal Authority” scrivono gli investigatori che sono risaliti anche ad alcuni account social riconducibili al militare.

I volti dei presunti assassini di Giulio Regeni

Oggi su Repubblica sono spuntate fuori anche le foto dei volti dei presunti sequestratori, torturatori e assassini di Giulio Regeni, immagini depositate in un fascicolo giudiziario del processo: si tratta, oltre che del già citato Husan Helmi, del colonnello Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, maggiore. Manca ancora il viso di Tariq Sabir, generale, numero di identificazione 291/1984/19.

Quei volti  sono emersi nel corso dell’udienza preliminare di lunedì, tenuta davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma Roberto Ranazzi, nelle 88 pagine di informativa depositata dai carabinieri del Ros.

“Il 10 gennaio – scrivono – veniva disposta l’esecuzione di accertamenti volti all’individuazione dei luoghi di residenza o domicilio degli imputati, il tutto nella prospettiva di poter procedere nei loro confronti con le notifiche che il nostro ordinamento ha stabilito nell’interesse degli stessi e del corretto corso del processo penale”.

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