Addio a donna Assunta Almirante. Folla a piazza del Popolo per l’ultima custode della Fiamma

28 Apr 2022 19:26 - di Annalisa Terranova
Assunta Almirante

Folla a piazza del Popolo per l’ultimo saluto a donna Assunta Almirante, scomparsa all’età di 100 anni. Tra i presenti, nella chiesa degli artisti di piazza del Popolo per il funerale, oltre a Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Francesco Storace, Maurizio Gasparri e Gianfranco Rotondi. E tanti altri, commossi e silenziosi nel loro omaggio, mescolati tra la gente, a pregare e a rinverdire ricordi di gioventù. Nella chiesa stracolma ad attendere la bara i figli Marco, Leopoldo e Marianna De Medici, assente invece Giuliana per malattia.

C’era da aspettarsela una folla grondante rimpianto e rispetto alle esequie di quella che non a torto è stata definita l’imperatrice madre del postfascismo. Con solo una decina di nostalgici che hanno fatto il saluto romano. Anch’esso prevedibile, come la sciocca polemica social che ne è seguita. Sciocca perché il senso di un evento o si comprende o non si commenta. E i funerali di donna Assunta hanno chiuso una pagina storica. Definitivamente. Quella del Msi, della Fiamma di cui lei si era eretta a custode dopo che Gianfranco Fini aveva abbandonato la “casa del padre”.

E aveva fatto malissimo, secondo donna Assunta. Che pure aveva difeso lo stesso Fini, ai funerali di Pino Rauti, dal focoso assalto di un manipolo di esaltati che voleva pareggiare i conti con l’ex leader di An imputandolo di “tradimento”. Assunta Almirante, brandendo il suo ombrello, mise a bada i facinorosi. Lei così carismatica dentro un partito maschile e  maschilista. Lei che era anche così differente dall’immagine che il Msi nel 1950 assegnava alle iscritte, al primo raduno femminile del partito: “Temperare le passioni con la femminilità, recare nei contrasti parole d’amore”. Compiti di nicchia, che non si confacevano ad Assunta Almirante.

Una donna col coraggio di essere fuori dagli schemi. Intervistata per il libro “Camicette nere“, disse di non definirsi di destra. “Sono trasversale, anche nella sinistra ci sono cose buone”. Disse di non avere mai avuto la tessera del Msi: “Ho un temperamento indipendente, non ho mai preso la tessera del Msi”. E disse di non essere stata fascista anche se il suo modello era donna Rachele: “Era generosa, mi confessò che la sera pregava per Claretta Petacci”. Una che avrebbe riso, oggi, dell’antifascismo da operetta di tal Fratoianni.

Poi fu custode della Fiamma, come abbiamo scritto. Nel senso che lei accoglieva o scomunicava; approvava o disapprovava; concedeva o toglieva. In piena libertà, seguendo il suo istinto. A lei affidavano segreti, confessioni e recriminazioni. Del Msi che aveva conosciuto molto bene parlava senza retorica e con parole di verità. Così lo definì in occasione della mostra “Nostalgia dell’avvenire“, realizzata dalla Fondazione An per i 70 anni dalla nascita della Fiamma: “Bisogna sempre ripartire dalle origini. La formula iniziale del Movimento sociale era ottima. Anche lo slogan “non restaurare, non rinnegare” . Che significa che non bisogna mai negare ciò che si è stati, né bisogna ripetere ciò che già è stato fatto. La politica non è come una statua, che si può restaurare se si rompe un braccio o il naso. Bisogna guardare al presente, ma senza dimenticare il passato”.

Nessuno osava negare l’omaggio a donna Assunta. Alla camera ardente di Giorgio Almirante accettò l’abbraccio di Nilde Iotti. “Sarebbe strano se stamani non fossi qui – disse Nilde Iotti –  a rendere omaggio a suo marito. E’ stato un uomo politico impegnato in Parlamento, dove ha sempre tenuto un atteggiamento di grande correttezza”.

E sempre lei, con orgoglio, raccontava dei dialoghi segreti tra “Giorgio” e Enrico Berlinguer per far finire gli opposti estremismi e risparmiare le vite di giovani attivisti. Sapeva riconoscere l’amico e il nemico, dunque, ma senza farsi imprigionare dagli schemi. Per questo, dinanzi alla sua storia, appaiono misere le bagattelle su questo o quel tweet di condoglianze. Schiuma social di ignoranti che non lasceranno traccia. Né ricordo.

 

 

 

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