Abu Dhabi, l’appello a Draghi della moglie del trader Costantino detenuto: sta morendo, aiutatemi

26 Apr 2022 16:01 - di Paolo Lami

È un appello disperato a Draghi quello che lancia la moglie di Andrea Giuseppe Costantino, il trader milanese del petrolio ed ex-vicesindaco di Arese, prelevato senza apparente motivo – neanche un mandato di arresto – il 21 marzo 2021 dalla sua stanza d’albergo di Dubai, dove si trovava con la consorte e la figlioletta di 4 anni e, da oltre un anno letteralmente seppellito in un carcere di Abu Dhabi fra vessazioni terribili.

“Aiutatemi, sono disperata. Mio marito sta morendo in una cella a migliaia di chilometri da me, morso dai topi, ormai ridotto a pelle ossa. Come può uno Stato, il nostro Stato, abbandonare un suo cittadino detenuto senza alcun motivo, senza prove, senza una accusa? Aiutatemi – dice, rivolta all’AdnkronosStefania Giudice, moglie di Andrea Giuseppe Costantino, recluso in un carcere ad al Whaba. – Sono una mamma. Che qualcuno intervenga prima che sia troppo tardi”.

La già gravissima situazione del trader milanese detenuto ad Abu Dhabi è infatti peggiorata, secondo la consorte, nell’ultima settimana, al punto che oggi si teme per la sua vita.

“Come mi è stato comunicato dall’Ambasciatore – racconta Stefania Giudice – durante la visita consolare del 21 aprile scorso ha constatato che mio marito è stato trasferito in una sorta di scantinato putrido e male odorante, affollato da topi dai quali è stato aggredito e morso, quindi sottoposto a terapia medica per evitare complicazioni”.

“Nonostante le immediate segnalazioni dell’Ambasciatore alla direzione carceraria e al competente ministero emiratino, oggi nulla è cambiato – ribadisce la moglie di Costantino. -, Anzi, Andrea avrebbe iniziato uno sciopero della fame. E le sue condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate, arrivando a pesare 51 chilogrammi (pesava 89 chili al momento del suo arresto, ndr)”.

“E’ tutto così effimero – riflette amaramente Stefania Giudice. E, nel frattempo, Andrea langue in un buco carcerario e si sta spegnendo, azzannato dai topi in un seminterrato putrito e malsano. Come si può stare zitti? Come può uno Stato quale l’Italia acconsentire silente che un suo cittadino innocente venga condannato a morte certa e lenta in questo modo?”.

“Mi rivolgo al premier Draghi – conclude la moglie di Costantino  – unica istituzione autorevole italiana titolata a trattare con il Principe Ereditario Emiratino, Mohamed Bin Zayed, al quale, nel novembre 2021, telefonò in occasione della visita al Padiglione Italia del ministro Di Maio, sortendo l’effetto di ottenere una visita in carcere ad Andrea (l’unica) da parte del suo legale emiratino. Se non fa qualcosa, Andrea uscirà cadavere da quel carcere”.

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