Spese militari, Conte fa il pacifista ma fu lui ad aumentarle del 5,6%. Ecco i veri numeri

30 Mar 2022 11:44 - di Leo Malaspina

La matematica non è un’opinione, e neanche i numeri sulle spese militari. In aumento, fin dai primi, durante e dopo i tempi di Conte, che oggi gioca a fare il pacifista mettendo a rischio il governo Draghi. Da Palazzo Chigi ieri, al termine del vertice tra il premier e l’ex premier e prima che Draghi salisse al Colle a riferire, sono arrivate alcune precisazioni, con il richiamo alle spese militari autorizzate dai due governi Conte sul fronte difesa. “Il bilancio della difesa nel 2018 era sostanzialmente uguale al 2008. Nel 2018 si registravano circa 21 mld, nel 2021 24,6 miliardi (un aumento del 17 per cento): questi sono i dati del Ministero della difesa nei governi Conte. Tra il 2021 e il 2022 il bilancio della difesa sale invece a 26 miliardi: un aumento del 5,6 per cento”, riferisce lo staff di Draghi, nei giorni in cui il leader del M5S fa le barricate sul tetto del 2% sul Pil.

Eppure, fino a ieri sera, Conte ha giocato a fare il meravigliato, l’Alice nel paese delle meraviglie.

Spese militari, le bugìe di Conte, l’attacco di Forza Italia

“Sulle spese militari si sta giocando una partita politica dove la grande assente è la chiarezza mentre vedo molta ipocrisia. Conte e i cinque stelle dovrebbero far pace con se stessi”, ha detto il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, questa mattina a Radio1.

“In piena pandemia, con le imprese con l’acqua alla gola e gli imprenditori disperati, fu proprio il governo Conte ad aumentare le spese della Difesa di oltre un miliardo mezzo, arrivando a 24 miliardi e mezzo nel 2020 quando il Pil andava giù precipitando a meno 9 per cento -ha spiegato Mulè- Oggi è un continuo smentire ciò che è stato fatto e certificato dal M5s quando era al governo. Dire che le spese devono aumentare il prossimo anno di 10, 12 o 15 miliardi è falso perché l’impegno per il 2024 è da studiare e da raccontare per quello che è: un impegno non vincolante, un impegno che può essere modulato”.

Il rischio della fiducia per il governo Draghi

“Se si dovesse porre la fiducia, ho già letto le dichiarazioni di Conte, voteranno a favore. Faccio fatica a star dietro alle capriole semantiche dei cinque stelle. In questo momento per serietà e responsabilità bisogna apparire uniti ed esserlo nella sostanza per salvaguardare l’immagine dell’Italia”, ha proseguito.

“La conferma è arrivata dall’intervento proprio a Radio1 di Michele Gubitosa, vice presidente dei 5 stelle, secondo il quale le spese dovrebbero aumentare di 20 miliardi per raggiungere il 2 per cento. Una cifra, l’ennesima, sparata a caso: il due per cento del Pil corrisponde a circa 34 miliardi e le spese per la difesa ammontano a 26 miliardi: la differenza è di 8 miliardi e non 20… e questo senza contare che nessuno ha mai detto che il 2 per cento andrà raggiunto il prossimo anno”, ha sottolineato ancora.

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