Russia: sospende le pubblicazioni “Novaya Gazeta”, voce storica del Nobel della Pace e della Politkovskaja
Era la più autorevole e libera voce del dissenso al regime di Putin in Russia. Oggi chiude i battenti per sottrarsi alla propaganda dello zar. Novaya Gazeta è costretta a sospendere le pubblicazioni.
Novaya Gazeta chiude la redazione
Fu il quotidiano di Anna Stepanovna Politkovskaja, la giornalista russa ammazzata per aver denunciato sulle stragi in Cecenia. A dare la notizia della chiusura sono i giornalisti del quotidiano diretto dal Premio Nobel per la Pace Dmitry Muratov. I redattori fanno sapere di aver ricevuto un nuovo avviso da Roskomnadzor, l’agenzia statale per il controllo sui media, per il contenuto dei loro articoli.
Il direttore è il premio Noel Muratov
La scelt-costrizione è a tutto tondo: niente pubblicazione cartacea e online fino alla fine della cosiddetta “operazione speciale sul territorio dell’Ucraina”. Secondo l’agenzia Tass, Novaya Gazeta avrebbe ricevuto la nota per aver citato un presunto “agente straniero” senza il contrassegno previsto dalla legge di Mosca. Tutti i media russi infatti hanno l’obbligo di indicare che il media o l’organizzazione menzionata sono ritenuti appunto agenti stranieri dal governo.
Il primo avvertimento di Mosca il 22
La testata aveva già deciso di interrompere la sua copertura della guerra all’inizio di marzo quando il Parlamento aveva approvata una legge che inaspriva il controllo sulla diffusione di presunte fake sul conflitto. “Per tutta la durata della sospensione la nostra squadra penserà a nuovi progetti, prodotti e cosa può fare “, ha spiegato Muratov. La stretta della censura del Cremlino ha già portaro le testate principali a sospendere gli inviati.
Fondato con l’aiuto di Gorbacev
Il giornale è stato fondato nel 1993 anche grazie al sostegno dell’ex presidente e Nobel per la pace Michail Gorbacev. In questi anni ha pubblicato inchieste importanti. In particolare sui mercenari Wagner. E sulla persecuzione degli omosessuali in Cecenia. Lunga la scia di sangue di giornalisti di Novaya Gazeta che dal 2000 sono stati assassinati in seguito alle loro inchieste scomode. Ricevendo il premio Nobel nel 2021 il direttore aveva sottolineato che il merito non era suo. “Ma di quelli che sono morti difendendo il diritto alla libertà di parola”.
La guerra divampa e i russi non sanno
“Un paese senza media. Senza dibattito, senza competizione politica, senza un vero Parlamento. Questa è l’attuale Federazione Russa. È per questo che i russi non vedono, non sentono o si rendono conto di niente. Non importa che cosa tu gli dica”. A scriverlo su Telegram è il negoziatore ucraino Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, dopo la notizia della chiusura della Gazeta.