Roma, i nomadi del campo rom di via Salone prendono a sassate i vigili urbani

17 Mar 2022 14:04 - di Redazione
Roma

Sassi contro una pattuglia di vigili urbani al campo rom di via Salone a Roma. Ad essere stata colpita da una pietra di grosse dimensioni una pattuglia del VI gruppo Torri della polizia locale di Roma Capitale. Solo per un caso non il sasso non ha provocato danni irreparabili. È accaduto ieri sera intorno alle 20.

Roma, la denuncia del Sulpl

Come riporta RomaToday.it, a denunciare l’ennesimo caso è stato Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale).  Le sue parole sono durissime. «Il masso scagliato contro i colleghi impegnati nel piantonamento del campo nomadi di via di Salone, cui va tutta la nostra solidarietà – spiega Marco Milani – riporta alla luce una serie di annosi problemi che vanno dai piantonamenti di facciata richiesti agli ingressi dei campi ai caschi bianchi romani, fino ai mancati riconoscimenti legislativi e contrattuali, dei particolari  rischi cui si espone chi svolge una attività di sicurezza urbana, rispetto al resto dei lavoratori comunali».

«Elevata concentrazione di soggetti con vissuti criminali»

«A questi problemi – conclude Marco Milani – deve aggiungersi il completo abbandono negli ultimi tempi, di una efficiente politica di controllo all’interno dei campi, purtroppo da sempre, enclave di illegalità, anche a causa dell’elevata concentrazione di soggetti con vissuti criminali importanti. Persino  reparti come lo Spe (Gruppo sicurezza pubblica ed emergenziale ndr), nati con la funzione di controllare l’emergenza nomadi, hanno abdicato a questa loro precisa funzione, risentendo della mancanza di una chiara  politica di indirizzo del corpo e del riordino professionale dello stesso».

L’Ugl: «Venga fatta chiarezza sull’accaduto»

A rincarare la dose, come riporta RomaToday.it, anche Sergio Fabrizi, del coordinamento nazionale della Ugl – polizia locale: «Ricordiamo che da diversi anni la sola polizia Locale è chiamata al presidio fisso dei campi nomadi per il controllo dell’accesso negli stessi consentito solo agli autorizzati. C’è bisogno ora che venga fatta chiarezza sull’accaduto – reclama Fabrizi – per capire se si tratti di una intimidazione per l’insofferenza del campo verso il mantenimento di queste politiche di gestione nei loro confronti, come anche apparso pochi giorni fa sul sito di Roma Capitale, oppure di una grave goliardata a danno dei colleghi in servizio».

 

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