Istat, ancora nascite in calo e decessi elevati: gli italiani nel 2021 sono 253mila in meno
Continuano a calare le nascite in Italia, che nel 2021 sono state l’1,3% in meno rispetto al 2020, quando erano già calate del 3,9% rispetto all’anno precedente. Si arriva così a quasi il 31% in meno rispetto al 2008, anno in cui invece si era registrato il picco massimo più recente. Di contro sono il numero dei morti è rimasto ampiamente sopra la media degli anni pre pandemia, con l’effetto che nel 2021 si registra un ulteriore deficit di «sostituzione naturale» degli italiani. Il bilancio è così di 253mila cittadini residenti in Italia in meno rispetto al 2021 e 616mila in due anni. È quanto emerge dal report “Dinamica demografica – Anno 2021” dell’Istat.
L’Istat analizza l’effetto della pandemia sulle nascite
In particolare le nascite nella popolazione residente in Italia lo scorso anno sono state appena 399.431. L’Istat ha calcolato gli effetti della pandemia sui concepimenti, rilevando che a dicembre 2020 il calo delle nascite è stato del 10,7%, mentre la massima contrazione si è registrata a gennaio 2021, quando il calo su base nazionale si è attestato al 13,4%, con un picco al Sud del 15%. Più contenuto l’effetto su febbraio, con un calo del 4,8%. Secondo l’analisi dell’Istat, il crollo dei concepimenti durante la prima fase della pandemia dimostra la scelta di molte coppie di posticipare il momento in cui diventare genitori, che è rimasta sostenuta per i primi sette mesi del 2021 per poi rallentare negli ultimi mesi. In particolare, rileva l’Istituto di statistica, il rinvio delle nascite è stato accentuato soprattutto tra le donne più giovani.
I morti sono quasi il 10% in più della media 2015-2019
A fronte del crollo delle nascite, i dati dell’Istat registrano invece un nuovo picco di decessi. Nel 2021 sono stati 709mila, dei quali 59mila per il Covid, pari all’8,3% del totale. Un dato comunque in calo rispetto al 2020, quando i morti per Covid erano stati oltre 77mila, pari al 10,3% del totale. Il dato comunque rimane notevolmente superiore alla media 2015-2019, attestandosi al 9,8% in più. In particolare, il combinato disposto del persistere di un eccesso di decessi, dovuto all’epidemia fino al mese di maggio 2021, e dell’emergere degli effetti negativi sulle nascite ha contribuito a determinare solo nei primi cinque mesi del 2021 una perdita di 164mila unità, uguale ai livelli registrati negli stessi mesi del 2020, con un peso percentuale del 53,1% sul saldo naturale dell’intero anno.